…si può essere stranieri a Londra, se si è slovacchi o italiani, e l’Europa è un’unica casa?
Nella matematica di questo documentario, il risultato è chiaro.
L’Europa non è – ancora – un’unica casa.
Tre anni di gestazione, quattro diverse città , in Europa.
I profili degli intervistati selezionati accuratamente per non lasciare indietro nessuna possibilità : chi è partito e non vuole tornare, chi è partito e vorrebbe tornare, chi è tornato e sta bene, chi è tornato e non sa se ripartire.
E sommerse tra cifre, numeri e statistiche, molte storie vere, di quelle che succedono dentro.
La confessione di Isabel, che dalla Polonia se n’è andata a Londra e con profitto, ma che oggi non può tornare perché suo marito, australiano, dovrebbe reinventarsi una vita in polacco. Isabel, che scrive un diario affinché i suoi figli un giorno possano capire, tormentata dal dubbio che per i suoi figli, quel giorno, la lingua di sua madre sarà una lingua straniera.
I polacchi a Londra (moltissimi, una nazione a parte), gli italiani a Londra (la sesta città d’Italia, dopo Genova), i tedeschi ovunque, gli scienziati delle stelle a cui il concetto di “confine” sta troppo stretto. E una musica che è soprattutto un canto, e una mano che chiede consiglio ai muri, “continuare a spostare le persone, o spostare le prospettive?”
I muri, come al solito, non hanno risposta.
[Il documentario è stato realizzato nell’ambito del progetto ReTurn – Central Europe].