Posts Tagged ‘filosofia’

Senza un mondo non c’è tavolo, c’è solo legno. Senza l’uomo non c’è mondo, ma solo cosmo.


04 Apr

Ogni interpretazione è già in ogni caso una parola, un enunciato, un discorso. E quindi necessita di una nuova interpretazione.

Guardiamo il mondo da dietro le sbarre della nostra cella e crediamo siano le sbarre della cella in cui si trovano incarcerati gli altri.

Così l’uomo quotidiano della cultura occidentale si considera critico nei confronti dell’ingenuità dell’uomo primitivo o selvaggio. Non vede più il sole come un dio, come lo vedevano gli aztechi, gli egizi o ancor oggi gli eschimesi, i popoli animisti dell’Africa o dell’Asia.

Ma poiché tutto questo sia possibile, è necessario lo spazio, la distanza, l’ambito che lascia la prossimità nella sua lontananza. La lontananza fonda la possibilità delle possibilità, delle mediazioni.

[Enrique Dussel]

Today is tomorrow?


08 Giu

Today is tomorrow?

Y qué serìa este pendiente que llevas al cuello?

El presente. Un presente que no termina nunca.

Un presente que no termina nunca, es la peor pesadilla que se haya oìdo nunca. Ahora entiendo porqué lo llevas al cuello. Asì tienes un lazo. Un lazo que te tiene amarrado a sì mismo. Menuda paradoja, matòt. Tu sì que estàs en una trampa.

No te creas tan seguro. A fin de cuentas, también tu seguridad puede ser un lazo que te tiene amarrado a sì misma.

Sì, tienes razon, matòt, pero un poco de seguridad, de vez en cuanto, no molesta. En cambio un presente que no termina nunca, creeme que no lo podrìa soportar.

Y porqué deberìas soportarlo? Tal vez sea suficiente vivirlo. Tu cargas con el peso antiguo del pasado mientras tus pies tiemblan en el humo blanco del futuro. No crees que serìa mejor un presente que no termina nunca? Asì todo sigue siendo. También lo que todavia queda por venir

No sé. Tu idea me suena a carpe diem. Y yo nunca confié en palabras en latìn, matòt. Si me quitas el olvido y la esperanza, me destruyes a la filosofia, y esto sì es un juguete que me divierte.

Pero entonces te pierdes lo mejor. Estamos buscando lo mismo, no te dàs cuenta? La bendita filosofía no es más que nostalgia, el deseo de sentirse en casa en cualquier sitio. No te parece maravilloso? Nostalgia y deseo. Presente permanente.

Esto suena bien. Es por esto que te lo llevas al cuello?

Es por esto. Piel de chivo sobre mi piel. Todavìa quedan las marcas de sus dedos, cuando lo moldeò mientras estaba caliente. El mismo deseo de aquel dìa en que la encontraré.

Y como podràs encontrar algo que ya tienes? Algo que ya, de alguna manera, perdiste?

Y como puedo tener algo que ya, de alguna manera, perdì?

A ver. Piel de chivo y marcas de sus huellas?

Nostalgia y deseo. Presente permanente.

L’apolide metafisico


19 Mag

C’era questo simbolo particolare, una specie di richiamo. Un logo semplice e assoluto: diceva tutto, senza dire niente. Lo ritrovavo sui marciapiedi e sui muri dei palazzi del centro, e anche nelle stazioni della metropolitana, dappertutto. Trasmetteva un messaggio così potente da annullarsi da solo, un messaggio così semplice che era impossibile non corrergli dietro. Aveva una sua energia.

Ricordava, sommessamente, quasi a voler chiedere scusa, il centenario della nascita di uno dei più grandi scrittori del secolo romeno. Emil Cioran, cane sciolto nella letteratura e nella vita, appassionato distruttore di ogni passione, fedele nemico della fede e nell’umanità

I suoi libri sono nati come terapia contro il suicidio, nelle notti insonni di una Parigi straniera. Lentamente, mattonella dopo mattonella, aforisma dopo aformisma (“la migliore maniera per contraddirsi velocemente”), Cioran ha annotato sui suoi taccuini di insonne le contraddizioni esistenziali che stanno alla base del galleggiare umano su un pianeta che non aveva bisogno di lui. L’unica conclusione possibile è la totale assenza di ogni senso e di ogni scopo, una lucidità controproducente e pericolosa: “Anni e anni per svegliarsi da quel sonno al quale gli altri si abbandonano, e poi anni e anni per sfuggire quel risveglio”…

Quindici anni dopo la morte, Cioran si è convertito in un cosiddetto “autore di nicchia”. La sua onestà filosofica sfugge a ogni tentativo di catalogarlo in un -ismo che sarebbe comunque troppo stretto per chi ha rifiutato in massa ogni ideologia, la sottile ironia che accompagna ogni pensiero lo allontanano da Nietzche e dai grandi distruttivisti del nostro tempo, per collocarlo nei tavoli di una taverna, tra filosofia contadina e pensieri in libera fuga.

Tutto è Verità e la Verità stessa, nient’altro che una grande bugia, si contraddice. Al punto che diventa buffo pensare che un gruppo di studenti di filosofia, a Bucarest, abbia voluto celebrare il centenario della nascita di uno scrittore che per tutta la vita non ha fatto altro che maledire il fatto di essere nato.

“Ogni misantropo, per quanto sincero sia, ricorda a volte quel vecchio poeta inchiodato a letto e completamente dimenticato, il quale, infuriato con i contemporanei, aveva decretato di non volerne più ricevere nessuno. Sua moglie, per spirito di carità, andava di tanto in tanto a suonare alla porta.

“Il fatto che la vita non abbia un senso è una ragione per vivere. L’unica, del resto”.

“Nel periodo in cui partivo in bicicletta per dei mesi attraverso la Francia, il mio più grande piacere era di fermarmi nei cimiteri di campagna, di distendermi tra le tombe, e di fumare così per delle ore. Vi penso come all’epoca più attiva della mia vita”.

“Se mi si chiedesse di riassumere il più possibile la mia visione delle cose, di riassumerle alla loro minima espressione, al posto delle parole scriverei un segno esclmativo, un ! definitivo”

(Per approfondire la conoscenza del personaggio in questione, si rimanda a questo video, o questa intervista, o a tutti i suoi libri).

Filosofie di vigna


25 Set

Sig. Pinotu: “… e quindi sì, quel bastardo di #### mi ha denunciato perchè ho scaricato del letame davanti a casa sua”.
Sig. Pierìn, rassegnato: “eh. Cosa vuoi farci. D’altronde è uno scapolo. Logico che voglia rompere le balle”.
Gli astanti tutti, con espressione stupita e interrogativa: “…???…”
Sig. Pierìn “…ma sì, è così. Non vi siete accorti che da che mondo è mondo gli uomini che non si sposano sono quelli che fanno più casini? Quelli che danno problemi? Uno si sposa e sta tranquillo. Quella gente lì no. Poi allora gli ormoni un bel giorno gli danno alla testa e rompono le balle a tutto il mondo. E’ sempre stato così. Tutte le più grandi teste di cazzo della storia erano scapoli”.

(fedelmente tradotto dal piemontese da Baltic Man).

Per proprietà commutativa


05 Giu

Disperso tra vecchie mail e promemoria strani scritti su un ventilatore si è materializzata sotto i miei occhi una verità. Niente di cosi importante, per carità, solamente il fatto che Baltic Man era atteso sul Barranquilla-Miami-Houston delle 9.35.

Era. Non ci saranno lontani Texas, nemmeno stanche estati sotto il sole fasullo di parchi in provincia, non è più il tempo per amori di altre epoche e latitudini che inevitabilmente, e ancora una volta, rimangono per strada vittime di assurdi sacrifici cerebrali. Non ci sono orologi nè calendari, non esistono obbligazioni e contratti, le responsabilità sono sepolte sotto una montagna sporca di cd, libri sgualciti, piatti sporchi e portaceneri pieni.

Non esistono catene e non esistono manette. Tutta quella roba è un’invenzione malefica di un animalesco fabbro che fondò lontano nei secoli la prima bottega nei boulevard del cervello. Artiglieria pesante armata per difendersi dalle ragionevolezze dell’istinto, codardia e cobardia mascherata da nomi romantici come “legami” e amore“. Senza una riflessione filosofica sul significato primordiale dei termini, senza ammettere l’esistenza di altre entità nobili che si possono chiamare “fantasia” e “istinto“. Santodio, non dovrebbe e non deve essere toccare il fondo di una bottiglia per capire che le uniche catene ammesse nell’amore dovrebbero essere quelle che legano la tua principessa in estatico visibilio al legno del tuo letto, non dovrebbe e non deve comparire il vecchio angelo custode dei meandri dell’anima a illustrare il principio commutativo dei sentimenti più belli che si possono regalare ad un’entità astratta.

Io me ne rimango tra le palme e tra il sudore eterno. Sudamerica offre ancora le sue materne mammelle, e abbandonato tra salsa e cuccioli di uomo scalzi mi abbandono a succhiarne tutta l’essenza di libertà.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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