Ogni interpretazione è già in ogni caso una parola, un enunciato, un discorso. E quindi necessita di una nuova interpretazione.
Guardiamo il mondo da dietro le sbarre della nostra cella e crediamo siano le sbarre della cella in cui si trovano incarcerati gli altri.
Così l’uomo quotidiano della cultura occidentale si considera critico nei confronti dell’ingenuità dell’uomo primitivo o selvaggio. Non vede più il sole come un dio, come lo vedevano gli aztechi, gli egizi o ancor oggi gli eschimesi, i popoli animisti dell’Africa o dell’Asia.
Ma poiché tutto questo sia possibile, è necessario lo spazio, la distanza, l’ambito che lascia la prossimità nella sua lontananza. La lontananza fonda la possibilità delle possibilità , delle mediazioni.