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Segui la bestia, stana la bestia


08 Dic

Tra Purple Castle e Garessio non c’è niente.
Spazio bianco sulla mappa.
Le porzioni di mondo fuori dalle direttrici dall’asfalto sono ingombri da evitare, sono fastidi da circumnavigare, sono la distanza che separa dall’arrivare.

Tra Purple Castle e Garessio c’è una valle.
Passando da sotto, dalla Statale, sono due cartelli blu.
Uno dice “Piangranone” e l’altro “Deversi”, e quasi nessuno ormai ricorda che quei Deversi erano stranieri forestieri esseri umani diversi, importati da chissà dove nell’alto Piemonte per le operazioni di ingegneria etnica di casa savoia.
Tra Purple Castle e Garessio ci sono i Diversi, ma quei diversi sono ormai uguali a tutti gli altri, a tutti quelli che non ci sono più.

Tra Purple Castle e Garessio c’è il monte.
C’è il monte ed è pieno di neve.
È pieno di neve, e sotto la neve c’è Piangranone e ci sono i Deversi.
Ci sono i Deversi e ancora più in là, nell’uvi della valle, nella parte umida a ridosso del ruscello, ci sono i Cunni.
Un gruppo di case di cui non esiste memoria.
Per arrivare ai Cunni non ci sono strade ma solo antichi sentieri.
Per andare via dai Cunni, sotto la neve, non bastano nemmeno gli antichi sentieri.
Occorre attraversare il ruscello, risalire la valle, cercare una traccia nell’abbandono totale.

[fotosi]

Tra Purple Castle e Garessio, nella zona dei Cunni, non ci sono più tracce.
Ma là sotto, nel bianco, una linea concreta.
Una strada che avanza, linea dritta nella neve, una traccia che è un solco che è indicazione di cammino che segna la strada.

Tra Purple Castle e Garessio, nella zona dei Cunni, è pieno di lupi.
E i lupi, si sa, razionalizzano ogni movimento.
Non stanno mai fermi e non sprecano un passo.
I lupi, come gli uomini, cercano la strada più diretta ma meno faticosa (o pericolosa) per cambiare crinale.
I lupi, come gli uomini antichi, non cercano la linea verticale ma inseguono direttrici verticali, eventualmente oblique, per andare e arrivare.
Al contrario dei cani, i lupi, come gli uomini, non camminano a zig-zag. Non si perdono, nel loro cercare.
Così, dove non ci sono più uomini, dove non ci sono più strade, basta seguire la traccia del lupo per superare la montagna.

Tra Purple Castle e Garessio,
nella zona dei Cunni,
è terra di lupi.
Camminano in direttrice obliqua, senza fare rumore, perché la loro unica speranza, per sopravvivere, sta nel sorprendere una preda molto più veloce di loro.
Quando il monte è gonfio di neve, partendo da Purple Castle per arrivare a Garessio, basta seguire le loro tracce nella neve, per sperare di arrivare.

Foto di Simone Rossi

L’ultimo dei ribelli


25 Mar

Lo chiamavano “l’ultimo pastore delle Alpi Marittime”.

Conobbe il mondo attraverso la guerra, conobbe l’uomo attraverso la guerra, e non gli piacquero né l’uno né l’altro. Tornò sulle montagne, deciso a non scendere mai più. Non scese mai più.

Per ottant’anni il mondo si dimenticò di lui, poi un giorno, forse perchè la vecchiaia ha ammorbidito la sua pelle, forse perchè il mondo ha sempre più bisogno di idoli, libri televisioni e cinema sono saliti a cercarlo.

Io l’ho conosciuto da bambino. Mio padre, vagando su quelle stesse montagne, l’aveva scoperto di fronte alla sua casa di pietra. Divennero amici, mi portò con lui su dal Vecio, e la visita alla casa di Sereno divenne, con il passare degli anni, un lungo nastro di canzoni cantate con le lacrime agli occhi, di pane salame vino e poesia, di uomini e lupi nel set nero della sua cucina in pietra affumicata.

Un giorno, esasperato dagli uomini e dal mondo, quel nastro mi ricorderà che Armando Sereno è esistito per davvero.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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