Noto con preoccupazione che in questi giorni le grandi questioni insolute del nostro paese si mescolano tra loro. Per dire: accendi la tv e ti spiegano che fabrizio corona è entrato passando da una finestra in casa di sarah scazzi da avetrana mentre la mamma guardava in televisione che hanno ritrovato il corpo di quell’altra, nel bergamasco. Il risultato è che mia nonna non ci capisce veramente più un cazzo, fa fatica a star dietro alla situazione e ad avere un opinione personale, da un momento all’altro si aspetta di trovarsi lele mora tra gli invitati di quel festino che uccise la ragazza del delitto di perugia.
E’ preoccupata, mia nonna. E visto che non si può star dietro a tutto (ha anche una vita, lei), deve per forza lasciar da parte eventuali approfondimenti sul fatto che il premier dovrà presto difendersi da tre processi niente male, o il fatto che il maestro di sci del premier, attuale ministro degli esteri di questa Repubblica, conosca gheddafi solo per quel bel ricevimento a base di 500 ragazze seminude che gli tributarono qualche mese fa, a Roma.
E’ veramente misterioso, l’algoritmo del nostro sistema informativo, qua a Vaticalia. L’altro giorno, per esempio, mentre attendevo un treno, sento alla radio di quell’uomo di ottantasei anni che è stato appena condannato a nove anni di reclusione per omicidio volontario. Sua moglie, all’ultimo stadio del morbo di alzheimer, era ormai una visione raccappricciante e indegna, per lui che ci ha vissuto un’intera vita insieme, e non ha potuto fare altro che aiutarla ad andarsene.
Poche ore dopo, mentre aspettavo un altro treno, nel bar della stazione c’era un tg. Una di quelle cose dove c’è una persona che ti spiega quello che dovresti sapere, e non ti lascia esprimere la tua opinione. Questa donna introduce così la notizia: “e adesso un caso che farà discutere, che lascia un po’ di dubbi sulla nostra giustizia [la stessa, ricordiamolo, che dovrà giudicare l’Ingiudicabile]. Un uomo è stato condannato a nove anni di reclusione [io che smetto di mangiare e strabuzzo gli occhi] per una colpa discutibile, ma infamante: omicidio”. Rimango col panino sospeso a mezz’aria, non ci credo neanch’io. Stà a vedere, dico, che questo paese è improvvisamente cresciuto. Che si riscopre improvvisamente pronto per parlare di diritti civili, abbastanza forte per contrastare l’arretratezza ideologica espressa da quel vecchio nazista col cappello a punte bianche, a Roma. E chi ti appare in video? Un tabacchino bresciano, con la tipica faccia da tabacchino bresciano, che ti spiega che qualche anno fa tre ragazzi sono entrati per rubargli duemila euro, e appena se ne sono usciti lui ha imbracciato il kalashnikov e gli sparato alle spalle, abbattendone uno. Legittima difesa, “bisogna rispettare la gente che lavora”.
Di fronte a tutto questo, però, il cruccio più grande, per mia nonna, è sempre lo stesso. Che fine avrà mai fatto mike bongiorno?