Non vedo cosa ci sia di strano. Dopotutto il mondo subirà un profondo cambio strutturale nei prossimi anni, lo dice il calendario Maya lo dice il calendario egizio e lo dice anche il vecchio testamento, vedi Zeitgeist per maggiori informazioni. Ma soprattutto lo dice la logica, sette miliardi di persone pesano e sono un carico piuttosto inutile per questo nostro vecchio mondo, noi si continua a fare mutui quarantennali e sotto i nostri culi la terra trema gente, la terra trema.
E poi, l’Islanda. Che secondo la mitologia nordica, era la porta aperta verso il centro della terra. Spazi aperti, suoni lunghi, magnetico spazio ghiacciato e fotografia d’apocalisse, il cielo del nord e una terra priva di vita per focalizzare al meglio la nostra misera condizione di esseri umani, un canto progressivo che prende dietro il collo e ti trasporta fuori del mondo.
Non sto scherzando. I Sigur Ros, il più grande gruppo rock dell’arida decada degli anni Zero, l’hanno visto chiaro, e hanno messo tutto in musica. Heima, di cui consiglio caldamente l’acquisto o la visione, rappresenta un vero e proprio documentario musicale sull’Islanda, e sugli ultimi fremiti di pace di una cultura millenaria che sta per essere definitivamente assorbita da Occidente. Heima nell’incomprensibile idioma islandico significa “casa”, ed è ciò che i Sigur Ros hanno voluto registrare dopo una lunga tournée mondiale, la quiete prima della tempesta.