Posts Tagged ‘italiano’

Mangia come parli


10 Nov

Pigmalione è un film del 1938, diretto ed interpretato da Anthony Asquith. Narra le gesta di un fonologo e linguista, inorridito di fronte all’abominevole dialettica del “volgar popolo”, altrimenti detto “la gente”. Un problema che, nonostante i progressi sociali ed un maggior accesso all’istruzione, è vistosamente peggiorato con il corso degli anni. Settant’anni dopo, l’inglese è ormai un mix insonoro di “fuck” e “shit” e “wanna” e “gonna” in perfetto stile hollywoodiota, il francese è diventato la lingua del rap, lo spagnolo ha perso la metà della sua grammatica originaria e l’italiano è definitivamente travolto da inglesismi gratuiti (“il meeting dei leaders nel loft del premier il prossimo week end”) e da adolescenti convertiti all’uso del Nn so xke. Confermo che mio nonno, che pensa in piemontese e parla l’italiano dei testi di quinta elementare, ha un vocabolario più pregiato di qualsiasi neodiplomato alla maturità.

Scientificamente, si definiscono le lingue come “entità vive”. Le stiamo uccidendo.

Per citare una battuta del film:

Ricorda che sei un essere umano, con il dono divino della parola. Una persona che si esprime come te, non ha diritto di stare da nessuna  parte.

Anarquilla


17 Ott

Adn

Diario ADN Barranquilla del viernes 16 octubre 2009

Salta, Jujuy


09 Mag

C’era il sole, questa mattina, sul lato destro dell’autobus. Si vedeva il sole e nient’altro, enorme arancione palla di fuoco lì a venticinque metri dal finestrino del bus. Un fuoco di tramonto ed era mattina, un sole dell’Est a destra dell’autobus che andava verso Nord, verso Salta, verso Los Andes, verso la regione più povera dell’intera Argentina che guarda caso è quella che confina con la Bolivia, con la regione più indigena del Paese e guarda caso confina con la Bolivia, con la regione più controversa ed indigena e povera ed allegra e contadina e in una parola Boliviana dell’intera Argentina, immerso nel cuore di una comunità indigena contadina senz’acqua nel cuore delle Ande. E mentre il sole illuminava la pampa ed il bus andava verso nord io lì a pensare a quanto sono lunghe le Ande, iniziavano in Colombia e terminavano in Chile, ed in mezzo c’è l’Argentina con i suoi spazi infiniti con le sue mille faccie distinte ma in ogni modo grandiose, immense, e il sole che brucia una Pampa selvaggia dove finisce la notte ed inizia il Gran Vuoto. Poi haciendas dai trattori grossi come mietitrebbie, e innumerevoli vacche (una vacca virgola cinque per abitante, in questo Paese), otra vèz vegetazione e finalmente Los Andes. Il nord. Jujuy, La Quiaca. La regione più controversa, indigena, povera, contadina. La più allegra.

Il vero ambasciatore di Buenos Aires


11 Mar

Buenos Aires la conobbi qualche tempo fa, quando scoprii nella cosiddetta rete il blog di Tanoka. Post dopo post (che potrebbe anche dirsi post post post, ah ah), ho cercato di annusare lo spirito dell’Argentina vista da un tano, fino a quando il richiamo è diventato irresistibile.

E’ quindi un onore per me sedermi al banchetto del suo blog. Nell’attesa di una birra.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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