Pigmalione è un film del 1938, diretto ed interpretato da Anthony Asquith. Narra le gesta di un fonologo e linguista, inorridito di fronte all’abominevole dialettica del “volgar popolo”, altrimenti detto “la gente”. Un problema che, nonostante i progressi sociali ed un maggior accesso all’istruzione, è vistosamente peggiorato con il corso degli anni. Settant’anni dopo, l’inglese è ormai un mix insonoro di “fuck” e “shit” e “wanna” e “gonna” in perfetto stile hollywoodiota, il francese è diventato la lingua del rap, lo spagnolo ha perso la metà della sua grammatica originaria e l’italiano è definitivamente travolto da inglesismi gratuiti (“il meeting dei leaders nel loft del premier il prossimo week end”) e da adolescenti convertiti all’uso del Nn so xke. Confermo che mio nonno, che pensa in piemontese e parla l’italiano dei testi di quinta elementare, ha un vocabolario più pregiato di qualsiasi neodiplomato alla maturità .
Scientificamente, si definiscono le lingue come “entità vive”. Le stiamo uccidendo.
Per citare una battuta del film:
Ricorda che sei un essere umano, con il dono divino della parola. Una persona che si esprime come te, non ha diritto di stare da nessuna parte.