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Avete cinque minuti a testa per parlare di voi


10 Feb

A quanto pare “discorso”
[dis-cursus]
significa, in origine,
il correre qua e là,
le mosse,
i ‘passi’,
gli intrighi,
i movimenti incerti.

A quanto pare quindi
“discorso”
non vuol dire niente.

Vuol dire quel che vuole dire
cioè una serpentina impazzita tra un’idea e l’immagine di un’idea
tra la sostanza eterea di una materia fine a se stessa
un isterico scivolare verso i confini del linguaggio.

E quindi “discorso”
è una sequenza logica di sequenzialità illogiche
nel tentativo disperato di dare un ordine a quel che è fatto di aria,
sostanza gassosa.
Ma è anche un gioco di seduzione e di compromesso
un gioco con il fuoco, l’immensità del mare.

E allora il discorso è
in fin dei conti
soprattutto una domanda:
perché continuare a parlare?

Wordless


24 Dic

Una settimana con la tastiera rotta.
L’interazione con il mondo
[l’interazione con questo mondo]
affidata unicamente al mouse.

Ascoltare quel che gli altri hanno da dire,
come un barone decaduto nascosto dietro il vetro della sua finestra,
vedere questi altri dialogare, esprimersi, contorcersi, litigare
e tu, outisider superpartes del linguaggio,
lì a tenerti per te stesso i giudizi morali e ogni commento.

Senza tastiera, con la paranoia della connettività.
S’illumina skype. “Posso parlarti?”
Impossibilità di replica.
Cosa penserà di me?
Cosa penserà di me?
Senza tastiera sei colpevole a prescindere.

Con il mouse puoi navigare, leggere, anche scrivere, lettera per lettera, a copia-incolla.
Puoi dir “mi piace” e puoi anche condividere.
Hai la bocca ma non c’è la lingua, si può aspirare e respirare, ma non parlare,
e neanche leccare.

Senza lettere non puoi spiegare perché vorresti che qualcun altro ascoltasse qualcosa.
E’ un piatto fumante che offri a tutti sulla pubblica tavola,
ma non può competere con qualcun altro che spiegherà meglio.

Senza la possibilità di produrre parole, sei completamente dipendente da quelle degli altri.
Sofferenza atroce.

Grammatiche liquide


08 Ago

Refugio

Il sesso come un linguaggio.
O meglio:
come la sublimazione del linguaggio
come un discorso che cambia forma, per diventare il suo stesso contenuto.

Quando io e te affondiamo in quell’oscurità umida in cui tutto diventa
un’osmosi
ci stiamo dicendo molto di più di quanto non abbiano fatto le parole
che ci hanno portati fin lì.

Sulla mia pelle si sciolgono le tue paure e il tuo desiderio
tra le tue cosce stringi tutto quel che non avrei mai avuto il coraggio di dirti.

L’abbandono nei sensi diventa una confessione
una promessa
diventa semplicemente un sinonimo del nostro essere più nascosto
[che proprio per questo, non ha nome].

E ogni tuo movimento è una parola
ogni mia spinta, un verbo
e il soggetto è sempre e comunque un’unica coniugazione
un “noi”.

E’ per questo che il sesso fine a se stesso lascia un certo asciutto in bocca.
E’ come ritrovarsi, in due, al tavolino del bar
ad aspettare che la cameriera arrivi col blocknotes
e non aver già più nulla da dire.

Ed è per questo che il sesso convertito in routine ha lo stesso sapore
di quei dialoghi portati avanti
solo
per distruggere
il silenzio.
Quei dialoghi in cui si sa già la parola dell’altro
[e per questo non ci si presta più attenzione].

E’ un linguaggio, il sesso.
Buono per gli insulti, per le divagazioni, per le confessioni, per le poesie.

Basta aver qualcosa da dire.

Carne fresca nel congelatore


15 Nov

‎”In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.” [Mario Monti 2 gennaio 2011]

Pragmatica del linguaggio


09 Set

Dans toutes les tentatives de démontrer que 2+2=4 il n’a jamais été tenu compte de la vitesse du vent
Raymond Queneau

“Davvero Lei sta facendo un corso di conversazione?”
“Sì”.
Steve Martin

E’ sempre così alle feste: mi ubriaco e nessuno mi parla. Oppure nessuno mi parla, e mi ubriaco.
Deirdre Wilson

Insegnante: “Susie, dimmi due pronomi”.
Susie: “Chi, io”?
Prochnow

Le persiane per loro natura sono portate ad aprirsi verso l’esterno.
Sono gli iraniani, che spesso non glielo permettono.
Eros Drusiani

Io posso sollevare un elefante con una mano sola.
Ma dove lo trovo un elefante con una mano sola?
Leopold Fechtner

The brain is my second favourite organ.
Woody Allen

Oggi Silvio ha comprato il Corriere della Sera.
Claudia Bianchi

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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