Posts Tagged ‘mezzanotte’

No tu rno


29 Apr

Chocolate Mountain

Le mutande sporche. Il telefono da ricaricare. Una sostanziale indifferenza verso le faccende del cosmo. Anche oggi è finito, anche oggi è andato.

Nebbia primordiale sugli avvenimenti della giornata. Lasciatemi la sera, l’ultimo momento di anestesia, l’ultimo momento di lucidità prima dell’anestesia. Un altro pezzo è andato. Un altro scalino su una superficie così ripida che vista da qui sembra quasi piana, orizzontale.

Quante cose si possono condensare, in 24 ore. Lasciatemi soprattutto gli attimi più inutili, quelli più stupidi. Sono loro che adesso si trasformano in macchie d’inchiostro.

Nel mezzo, pura illusione. Tanta fantasia. Mio nonno che mette da parte le patate che potranno fiorire e diventare altre patate. Le luci rosse delle macchine, da lontano. Gli uomini e le donne che si inseguono, che si annusano, che si perdono. Centinaia di parole intorno al nulla, una massa di persone senza voce per lo sforzo di gridare il vuoto, simulacri di resistenza alla grande anestesia, anestesia di resistenza di un movimento inerte, superiore. Le faccende del cosmo che d’improvviso si fanno concrete, l’illusione di distrarsi con una nuova verità.

E lasciatemi dormire, domani non svegliatemi, ho cose più importanti a cui pensare, domani.
Le mutande sporche.
Il telefono da ricaricare.

Notturno moderno


21 Ago

Tornato a casa, si rifugiò nel computer. Non aveva ancora tirato via i piedi dalle scarpe, che già digitava la password. C’era qualcosa di inquietante, nella morbosità con la quale seguiva piccoli quadrati blu accendersi, sullo schermo. In un certo modo, quel computer non era nient’altro che uno scudo di protezione. Nei crepuscoli dalle ombre lunghe, quando le tenebre si mescolavano con il vento, i suoi vicini avevano imparato ad affidarsi alla notte. Tutto si spegneva quando si spegneva il sole, ed ogni comportamento deviante era considerato una palese mancanza di rispetto nei confronti di un’entità mistica come l’oscurità, secondo una regola universale tacitamente condivisa. F. non riusciva a sottomettersi pienamente all’autorità della notte ma tantomeno poteva sfuggirne, e lo schermo bianco pareva costituire una buona ancora di salvezza nell’inconsistenza degli altri oggetti intorno. Entrambi, lui come il mondo esterno, erano consapevoli della loro inermità nei confronti della notte,di un senso di smarrimento reciproco ed inevitabile -apatia obbligatoria-, di una tregua inevitabile ed imminente, della rivelazione. Ed era esattamente nel momento della tregua che il computer attirava nella sua rete l’inerme uomo, con l’illusione di poter offrire un rifugio e una direzione ai sentimenti più reconditi del suo pensiero.

Luce, ombra, apoteosi di luce


23 Giu

Enfoque de luz roja en el blanconegro de tu piel. Flash. Luego todo desaparece, desaparecen los sentidos y solo tu presencia queda en la colchoneta de piedras. En la oscuridad total tu ya no existes cerca de mi, apoteosis y ternura llenan el aire, allà donde terminan mis dedos empieza tu hùmeda entidad y mis ojos ahora se mueren en el blanconegro de tu piel.

Dalle Alpi alle Piramidi, dal Mazzanarre al Reno -passando per Colombia- resiste in piedi la balla di cartone della Famiglia Perfetta. Bimbi, padri e nonni vittime e carcerieri di sè stessi nel sacrificio di un nome – o un cognome – esempio e guida per la società. Poi, si entra nel Mulino Bianco e si scoprono le crudeltà più insensate, gli stessi errori ripetuti da tre generazioni, l’odio reciproco come collante per infarcire le cene domestiche. Tutti attorno al capofamiglia, coi coltelli tra le ginocchia, nel tepor del focolare.

In nessuno dei 16 paesi impegnati all’Europeo si segue la faccenda come in Colombia. Davvero. Questa gente e’ completamente malata di calcio, soprattutto di calcio europeo, e arriva agli estremi di spiegarmi che tal Aquilani e’ un giocatore della Roma e non e’ un infiltrato nelle fila azzurre. “Logico “che oggi El Espectador cartaceo apra con la notizia dell’eliminazione degli adorati “azzurris”, logico.

Immerso nella brezza del mio letto gigante dalle lenzuola rosse e blu cercavo di raccoglier parole per spiegare ai piu’ cos’e’ stato l’addio di Compar Leo alla comunita’ barranquillera. Evidente l’infattibilita’ dell’impresa, non si puo’ certo dipingere lo straordinario personaggio a chi non ha il background per assimilarne l’essenza. Poi, il telefono squilla e Leo stesso mi annuncia, da qualche angolo di Colombia, che per l’Italia tuttavia c’e’ tempo. Ecco, that’s my friend.

Da qualche parte, sul Mar Baltico, oggi il sole non scende. La sua presenza calda irradia le lagune e feconda la terra e le menti. Con discrezione, con candida e paterna presenza brinda alla sua mezzanotte nell’angolo giù in fondo, dove acqua terra e luce si fondono nell’orgasmo della Natura. Quattro mesi di freddo, di buio e di vento scompaiono annichiliti dalla potenza dell’effimero.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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