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Trasudamerica


24 Feb

Ed invece qua, a leggere i racconti dei movimenti degli altri. Frugando tra vecchie valigie di cartone ormai distrutte dal tempo, nell’improbabile ricerca di un frammento di poesia, di un pezzo di carta che racchiuda nella sua memoria, oltre all’immagine immaginaria dell’autore anonimo, anche i segni delle sue impronte digitali, le macchie untuose della  terra sulle dita dell’emigrante, la concretezza di una mano dietro all’astrazione di un pensiero. Una prova di vita, questo è ciò che cerco. Un grido di sofferenza o di speranza, un grido di sofferenza e di speranza, un grido di esistenza. L’immagine della terra lontana proiettata sul pezzo di carta, la calligrafia dell’autore che inizia a tremare di fronte al gran ignoto che si materializza al di là della prua, il dissolversi improvviso di mille lingue diverse all’apparire della Nuova Terra, e le donne che osservano l’orizzonte stringendo tra le braccia il figlio nato sull’acqua, e la calligrafia che smette di essere parola per convertirsi in bianco silenzio, e l’America, e l’America, e l’America. Ma anche le parole di addio, gli ipocriti arrivederci, il fazzoletto bianco sventolato dal quinto piano del transatlantico mentre le persone diventano puntini tutti uguali, la mano che asciuga le lacrime tocca la saccoccia con cinque anni di vita e sacrifici e finisce sul foglio, a tracciare l’elogio dell’ignoto e dire che forse la fame non era poi così dura, se si poteva condividerne il peso. E poi i buchi nelle tasche, il grigio monotono dei vestiti, la disperazione dell’analfabeta, lo sguardo azzurro di un’altra contadina a dire che chissà, forse sì, un’altra vita è effettivamente possibile, l’ultimo pezzo del formaggio di casa che rimarrà sospeso nella bocca per sempre, come un’illusione, come una maledizione, e mille altre stranieri verso la dogana con il Destino che diventano fratelli, concittadini, famiglia, il cielo del mare che scopre nuove stelle nel cammino verso Sud, la sua saliva ancora viva sulla pelle, il proprio cognome scritto in cinque forme diverse su cinque fogli diversi, la prima lettera che diventa poesia e si sporca di lacrime e sale, la vita che inizia, la vita che continua, la storia che scorre, ironica e infinita, tra le sponde di un mondo Vecchio, Nuovo e sempre uguale.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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