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Garage


12 Ott

In bilico su un arpeggio costante, ritmico e cromatico. Hoppipolla. Polifonico. Astruso. Quasi inesistente. Indie, rock. Selvaggio e raffinato. Che esplode in un’apoteosi di violini, che scende giù dalle montagne come un pezzo di mitologia, l’esercito definitivo che ci spazzerà via tutti. Strappami via i pantaloni. Cerca con le tue mani, tra l’inconsistente buio, tutto ciò che ci rimane, una libidinosa voglia di volere. La musica continua, so che non esiste e so che la percepisci anche tu sotto di noi, e non ha niente a che fare con la musica degli altri, là sulla spiaggia. Il problema è la nostra capacità di sognare, di sognare con un domani, e non c’è altra possibilità se non cercarsela tra le tue gambe, quest’alba che non arriverà mai. Non è più tempo di ideologie, divagazioni su come distruggere il mostro che si rigenera, lettere scritte agli amici per comunicare che effettivamente dio non esiste. Tutto ciò che ci è rimasto è un buco lungo la strada verso il mare, un aborto di garage abbandonato a sè stesso, per cercarci in mezzo al buio. E un pezzo di stoffa bianca a separarti da me, a separarmi da te, a separarci da noi.

Mirrors


01 Lug

Quando è stata l’ultima volta che hai baciato con passione e non per inerzia?

Calle 84 6 a.m.


09 Giu

Una strana sensazione nell’aria. Una casa incomprensibilmente vuota, per la prima volta i muri sono bagnati di una sostanza riflettente che non contempla i fantasmi. La casa è vuota, la stanza è vuota, le anime stesse sono vuote e ripetitive e paranoiche. Empty, vacìo. Parlano i chiodi nei muri, urlano al fumo la disperazione totale: llevaban en ellos trozitos de vida, trozitos de vida ahora cerrados en malletas y recuerdos.

L’armata dei superstiti accalorata agonizza intorno a una tavola. Il fondo è di vetro, attraverso lo sguardo s’intravedono piedi e immondizie e battiti di ali. Una combriccola di zombies, incollata a vicenda da dadi e bottiglie, da miele e parole, da brividi e buio. La superficie vitrea riflette un computer, cordone artificiale e itinerante. Nei suoi viaggi sbatte nella notte piccanti individui dalla città dell’ovest al disordine costeño.

Le parole volano e le mani scivolano nel caldo umido di vertigine e furore. Mentre i clacson accendono, le luci uccidono, le carezze smuovono la moltitudine di depravata passione. ¿Hai perso il filo? Anche io. Nel tombino di una città senza tombini.

Per proprietà commutativa


05 Giu

Disperso tra vecchie mail e promemoria strani scritti su un ventilatore si è materializzata sotto i miei occhi una verità. Niente di cosi importante, per carità, solamente il fatto che Baltic Man era atteso sul Barranquilla-Miami-Houston delle 9.35.

Era. Non ci saranno lontani Texas, nemmeno stanche estati sotto il sole fasullo di parchi in provincia, non è più il tempo per amori di altre epoche e latitudini che inevitabilmente, e ancora una volta, rimangono per strada vittime di assurdi sacrifici cerebrali. Non ci sono orologi nè calendari, non esistono obbligazioni e contratti, le responsabilità sono sepolte sotto una montagna sporca di cd, libri sgualciti, piatti sporchi e portaceneri pieni.

Non esistono catene e non esistono manette. Tutta quella roba è un’invenzione malefica di un animalesco fabbro che fondò lontano nei secoli la prima bottega nei boulevard del cervello. Artiglieria pesante armata per difendersi dalle ragionevolezze dell’istinto, codardia e cobardia mascherata da nomi romantici come “legami” e amore“. Senza una riflessione filosofica sul significato primordiale dei termini, senza ammettere l’esistenza di altre entità nobili che si possono chiamare “fantasia” e “istinto“. Santodio, non dovrebbe e non deve essere toccare il fondo di una bottiglia per capire che le uniche catene ammesse nell’amore dovrebbero essere quelle che legano la tua principessa in estatico visibilio al legno del tuo letto, non dovrebbe e non deve comparire il vecchio angelo custode dei meandri dell’anima a illustrare il principio commutativo dei sentimenti più belli che si possono regalare ad un’entità astratta.

Io me ne rimango tra le palme e tra il sudore eterno. Sudamerica offre ancora le sue materne mammelle, e abbandonato tra salsa e cuccioli di uomo scalzi mi abbandono a succhiarne tutta l’essenza di libertà.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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