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Di un vecchio cinema


08 Dic

Velluto rosso sospeso sul tempo.
Separa il marmo dalla gomma, la luce dal buio, il suono dal silenzio.
Al di là del velluto, il cinema.
Al di qua del velluto, la realtà.
Un velluto rosso per separare il cinema dalla realtà.

Locandine antiche appese ai muri scrostati.
L’angolo in alto a destra è muffa. Probabilmente si infila sotto un balcone, là dietro.
E’ vietato introdurre apparecchi di registrazione analogica o digitale, è vietato consumare bevande e alimenti all’interno della sala, è vietato fumare.
E’ consentito schioccare la lingua e stupirsi dell’effetto d’eco. E contare le aste metalliche della ringhiera.

Spostando la prospettiva del riflesso sul vetro, poi, si riesce a inserire Clint Eastwood nella cornice della finestra della Trattoria del Peso, lì di fronte.
Illusioni ottiche autoprodotte.
Al di qua del vetro, il cinema.
Al di là del vetro, la realtà.
Un gioco di prospettive per infilare il cinema nella realtà.

La fotografia del fondatore della società operaia un po’ sbiadita, vicino all’ingresso.
Un cartello che dice la pro loco vi augura una buona serata. Quale carattere avranno usato per scriverlo? Bernard MT Condensed. E chissà com’era il mondo quando non avevi ancora la stampante.
Un cane che abbaia insistente, copre la musica.
Viene dal vetro, o viene dal velluto rosso?
Scende dal cinema, o arriva dalla realtà?

Non si fa più il buon vecchio cinema di una volta.
Oggidì le poltrone sono scomode.

Scrìn seiver


25 Lug

…càpito di fronte a certe interviste nei tiggì serali e concludo che il problema di fondo della televisione sta nel fatto che, alla fine, mostra la realtà.

Il gioco


11 Apr

Puoi crearti il tuo personaggio, sceglierti il colore della pelle, la lunghezza dei capelli, l’altezza, il taglio degli occhi, tutto. Poi gli dai un nome, una nazionalità, ed inizi a giocare. All’inizio, non sei nessuno, devi accettare le offerte che ti fanno, puoi valutare fino ad un certo punto dove andare ma senza farti troppe pretese, perchè comunque il tempo scorre e il gioco va avanti senza di te. Poco per volta, però, inizi ad integrarti, ad ambientarti all’ambiente nuovo, ma devi conquistarti il tuo spazio contro tutti gli altri, e la lotta sembra assolutamente vera, li vedi con le loro magliette e con la casacca addosso che si impegnano per essere migliori di te, e ci sono gli inamovibili e ci sono quelli che non ce la faranno mai, tu dalla tua parte hai il fatto di essere giovane. Non ci metti molto a guadagnarti il tuo spazio, e quando finalmente ci riesci sai perfettamente che nessuno te lo potrà togliere, dipende solamente da te decidere che fare e non sempre è facile fare la scelta giusta, sai dove vorresti arrivare però rischi di bruciarti, alla fine siete soli, tu e il tuo personaggio. Poco a poco, addirittura, ti convinci di essere quello stesso personaggio che tu hai creato, ti rendi conto che ti assorbe più che tutte le altre cose, sei tu di fronte ai migliori dei migliori che ti offrono tutto ciò che gli altri sognano, e tu accetti perchè un’occasione così non si spreca ed alla fine essere dalla parte giusta fa sempre bene, ti aiuta ad arrivare là dove vuoi arrivare, basta che non lo dici a nessuno perchè sai perfettamente che farebbero di tutto per eliminarti. Non si tratta di esagerazione, è tutto piuttosto reale, reale in un senso virtuale ovviamente, però sembra vero, spaventosamente vero. I nomi degli altri, le loro facce, tu lì in mezzo ai tuoi eroi e tu più in alto ancora che i tuoi eroi, cose così aiutano l’ego, fanno bene. E intanto passano le stagioni, a dicembre e a giugno puoi decidere il tuo futuro ed accettare altre offerte, poco per volta – anzi, piuttosto velocemente – invecchi, un anno passa nel giro di un paio di settimane, dipende dall’intensità che ci metti nell’impresa, se ti incolli senza staccarti un attimo ovviamente passa tutto più facile, non te ne accorgi che sei già arrivato alla fine del gioco.

Come hai detto che si chiama?

Pro Evolucion Soccer.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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