Tutto era iniziato la prima settimana, mentre attendevo l’ombra alla fermata del bus. Il vecchio si è sistemato i capelli, si è guardato due volte entrambi i lati, ha accomodato elegantemente la sedia. Appena sono entrato nel suo spazio d’azione, mi ha offerto un bicchiere di fragole con zucchero, e si è interessato alla mia presenza da quelle parti e alla mia esperienza passata. Qualche battuta più tardi era lì che si chiedeva cosa intendessi con il termine “serenità â€. Due minuti più tardi è passato a chiedermi se conosco la grandezza di dio, e non ha aspettato la mia risposta, perché in qualche modo la conosceva già .
Si è proposto di salvarmi, di iniziarmi alla verità assoluta della bibbia.
Ce l’ho già una bibbia, gli ho risposto io, e lui, che si è dimostrato scettico, mi ha chiesto di mostrargliela.
Il giorno successivo mi sono presentato con L’idiota sottobraccio. E’ questa la mia bibbia, gli ho detto, così, per provocare. “Questa, ma non solo. Anche Tolstoj, o Henri Miller, o Dante, o quel libercolo di racconti del tizio dell’altra sera. E’ riduttivo limitarsi a una sola bibbia, ho aggiunto, quando ce ne sono così tante, e tutte rivelatrici, in giro.
Il vecchio mi ha ascoltato con curiosità . “Allora se la metti così anche i libri di Gabo* sono una bibbia, secondo il tuo ragionamentoâ€. Anche i libri di Gabo, perché no. Mi scruta con sguardo vispo, bello attorcigliato intorno a un pensiero che lo stuzzica ma non lo convince.
“Non può essere, ti sbagliâ€, mi dice, e mentre me ne vado verso il bus lo saluto con un cenno della mano.
* Gabo: Gabriel Garcia MÃ rquez.