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Suoni e immagini di Baviera. Sehnsucht


13 Set

L’università è deserta come sempre, in questi giorni.
Cartelli e avvisi un po’ dappertutto, le porte sono chiuse a chiave e l’unica informazione comprensibile viene dai numeri.
Musica d’organo si espande per i corridoi, si fonde con la voce di una signora dal tailleur blu che sta parlando al telefono.
La musica viene dall’alto, e non si tratta di una cattedrale nel cielo, ma da un soffitto di cemento armato.
Inseguo quest’organo come se fosse a spasso per i secoli. Abbraccio l’idea di ritrovarci entrambi qui, per caso, oggi e adesso.
Laggiù in fondo all’aula magna sta seduto un ragazzo dalla maglia rossa, e suona.
L’organo è come la batteria. Si suona con quattro arti e un busto, è il corpo a muoversi con lui.

Corso di tedesco via internet.
E’ una routine di colazione, insieme alla torta di mele e al caffè, alle notizie del mondo e al profumo di notte che si asciuga.
Colazione si dice Frühstück, torta di mele si dice Apfelkuchen.
Probabilmente c’è anche un termine per definire il profumo di notte che si asciuga.
Il tedesco, lingua filosofale, è in grado di coniare un termine per descrivere ogni suggestione.
Tra i miei preferiti c’è sicuramente “Sehnsucht”, che in italiano non ha traduzione possibile, ma significa qualcosa come “desiderio di desiderare”.

Il corso di tedesco via internet rivela informazioni interessanti.
Quando devono definire una mezz’ora, per esempio, i tedeschi si riferiscono all’ora successiva, e non a quella precedente.
Le otto e mezza sono le “mezze nove”, le due e mezza sono le “mezze tre”.
Completa la frase scrivendo il numero correttamente: “Mia figlia ha … anni e vive a Bonn con la fidanzata”.

La casa è comoda e grande.
E’ al terzo piano, l’ultimo, di un complesso residenziale per studenti, e ha un soppalco per mansarda.
Niente a che vedere con le tane di fortuna rimediate qua e là nel corso di questi anni.
Penso che ci sia una relazione diretta con il fatto che io adesso sia un dottorando, e non più un semplice studente.
Sì, dev’essere così, mi dico.
Dev’essere così che va il mondo.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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