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Senza Titolo


28 Apr

Lobo.

[davanti a un carretto che vende crèpes alla nutella]
Sai dov’è la stazione?
No. Ma so che non ci sono più treni. Comunque anch’io sto andando lì.
Ah. E perché vai lì, se non ci sono più treni?
Per fare una foto.
Vuoi fare una foto ai treni, che non ci sono più?
No. Ci ho provato cento volte, ma viene mossa.
Hai provato ad aumentare l’esposizione?
Credo sia un problema di fuoco. E’ difficile mettere a fuoco qualcosa che non c’è più.

[sull’autobus tratta urbana C]
Ma cos’è quel libro che stai leggendo?
Si intitola “bibbia”. Credo che in qualche lingua antica significasse “corteccia interna del papiro”.
Ah. Anch’io dovrei averlo da qualche parte. Ma una versione diversa. La mia ha la copertina blu.

[di fianco a un manifesto con il faccione di shimon peres]
Quindi anche tu sei un pellegrino.
No, assolutamente. Guardami. Io oggi sono qua, ma domani a quest’ora sarò a Tirana.
A Tirana? E che ci vai a fare a Tirana?
Boh. Suppergiù, quel che faccio qua. Annuso. Mi muovo. Guardo la gente. Musica nelle orecchie.
Quindi vuol dire che sei un pellegrino.
No. Un pellegrino guarda la terra. Pellegrino. Non lo senti, cosa significa? Peregrinare. Per agro andare.
E quindi?
E quindi, per esempio… guardati intorno. In questi precisi giorni potresti fare una mappa dei ciliegi, dei meli, dei peri. Fioriscono tutti insieme, e questo è il momento. Tutto il bianco che vedi, sono loro. Un pellegrino guarda queste cose, ci fa attenzione. Io no.

[sotto la sede provinciale dell’a.n.p.i.]
Ma perché prima hai detto che sono un pellegrino?
Boh. Perché è una parola che nessuno usa più.
E come dicono adesso?
Viaggiatore. Freelancer. Videomaker. No, aspetta. In effetti non dicono più niente. Non si usano più in senso generale, quelle parole.

[E chi darà occhi ai fabbricanti del gelo?]
Bella, questa frase. Ma non ci doveva essere l’indicazione di un luogo, lì sopra?
Perché? Che c’entra?
Non so. Fino ad ora mi sembrava che ci fosse sempre.
C’era, infatti. Ma questa frase è meglio.
E’ bella davvero. L’hai scritta tu?
No. L’ho letta su un libro scritto da un prete.
Ah, sempre quello della corteccia e del papiro?
No. Un libro che ho trovato nella portiera della macchina di un amico, cercando il cavo dell’ipod.
E come fai a sapere che era un prete?
C’era la foto. Aveva il colletto bianco.

[alla fine del discorso]
Però io lo vedo come un discorso di bellezza.
Non esistono i discorsi di bellezza. L’ho visto in un film. C’era una ragazza, nuda, e diceva che sentiva estasi e calma. Abbracciato a lei c’era un ragazzo, nudo, e diceva che sentiva prudere e tirare. Il tema del film era l’incomunicabilità tra uomini e donne.
Quel film parla del mondo com’era una volta. Prima della Sesta Umanità.
E come sarebbe la Sesta Umanità?
Le donne prendono consapevolezza del loro potere, e lo usano per prendere per mano gli uomini e raggiungere, insieme, l’Unione. C’era scritto su un libro.
Quello del papiro o quello del prete?
Ma è la stessa cosa. Per scrivere un libro, in ogni caso devi essere un prete.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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