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After the last sky


16 Ago

Una parte di qualcosa va nel senso di un futuro prevedibile che sarà meglio di tutto questo. Frammenti al di là di totalità. Una inesausta attività nomadica al di là degli insediamenti dei territori occupati. La critica al di là della rassegnazione. L’eroismo della rabbia al di là della ciotola dell’accattone, una limitata indipendenza al di là dello status di clienti. Attenzione, vigilanza, concentrazione. Fare come hanno fatto gli altri, ma tenersi in qualche modo in disparte. Raccontare la vostra storia a brandelli, così com’è.

Said, After the Last Sky

Senza continuità di soluzione


18 Lug

Dietro le spine

E’ una storia che passa, trasforma e ci trasforma.
E’ una storia a movimento ciclico, si muove come una spirale sotto i nostri piedi, ripropone gli stessi paesaggi, senza specificare che è la prospettiva, ad essere cambiata. Le figure sono sempre quelle, ma i colori sono ora leggermente più sbiaditi.
E’ una storia in salita e non concede attimi di tregua, lo sguardo incollato sull’asfalto e il sole aumenta la sua intensità, è una storia in salita e la vertigine è sempre più grande, i paesaggi e i livelli di lettura si accumulano sullo sfondo.
E’ una storia a senso unico perchè non conosce retromarcia: l’unica strada per tornare indietro è la caduta, l’unica direzione possibile è una freccia bianca su sfondo blu, e un po’ più in là c’è sempre un bivio, o una curva.
E’ una storia senza senso ma è tutto quel che abbiamo, tutto quel che vorremmo avere, e l’unica difesa è nel continuare a camminare.

Trasudamerica


24 Feb

Ed invece qua, a leggere i racconti dei movimenti degli altri. Frugando tra vecchie valigie di cartone ormai distrutte dal tempo, nell’improbabile ricerca di un frammento di poesia, di un pezzo di carta che racchiuda nella sua memoria, oltre all’immagine immaginaria dell’autore anonimo, anche i segni delle sue impronte digitali, le macchie untuose della  terra sulle dita dell’emigrante, la concretezza di una mano dietro all’astrazione di un pensiero. Una prova di vita, questo è ciò che cerco. Un grido di sofferenza o di speranza, un grido di sofferenza e di speranza, un grido di esistenza. L’immagine della terra lontana proiettata sul pezzo di carta, la calligrafia dell’autore che inizia a tremare di fronte al gran ignoto che si materializza al di là della prua, il dissolversi improvviso di mille lingue diverse all’apparire della Nuova Terra, e le donne che osservano l’orizzonte stringendo tra le braccia il figlio nato sull’acqua, e la calligrafia che smette di essere parola per convertirsi in bianco silenzio, e l’America, e l’America, e l’America. Ma anche le parole di addio, gli ipocriti arrivederci, il fazzoletto bianco sventolato dal quinto piano del transatlantico mentre le persone diventano puntini tutti uguali, la mano che asciuga le lacrime tocca la saccoccia con cinque anni di vita e sacrifici e finisce sul foglio, a tracciare l’elogio dell’ignoto e dire che forse la fame non era poi così dura, se si poteva condividerne il peso. E poi i buchi nelle tasche, il grigio monotono dei vestiti, la disperazione dell’analfabeta, lo sguardo azzurro di un’altra contadina a dire che chissà, forse sì, un’altra vita è effettivamente possibile, l’ultimo pezzo del formaggio di casa che rimarrà sospeso nella bocca per sempre, come un’illusione, come una maledizione, e mille altre stranieri verso la dogana con il Destino che diventano fratelli, concittadini, famiglia, il cielo del mare che scopre nuove stelle nel cammino verso Sud, la sua saliva ancora viva sulla pelle, il proprio cognome scritto in cinque forme diverse su cinque fogli diversi, la prima lettera che diventa poesia e si sporca di lacrime e sale, la vita che inizia, la vita che continua, la storia che scorre, ironica e infinita, tra le sponde di un mondo Vecchio, Nuovo e sempre uguale.

Punti di vista


11 Ago

L’indiano era particolarmente sensibile a tutti gli attributi sensoriali di qualsiasi elemento naturale del suo ambiente. Viveva all’aperto. conoscev a ogni acquitrino, radura, collina, rupe, sorgente, ruscello, come solo un cacciatore puó conoscerli. Non aveva mai compreso del tutto il principio su cui si fondava la proprietá privata del suolo, che non gli pareva piú razionale della proprietá privata dell’aria, ma il suo amore per la terra comportava un’emozione piú profonda di quella di qualsiasi proprietario. Se ne sentiva parte proprio come le rocce e gli alberi, gli animali e gli uccelli. La sua terra natía era un suolo sacro, santificato dalle ossa dei suoi antenati che vi riposavano, ed era il tempio naturale della sua religione.

Dale Van Every, The Disinherited.

Sembra che alla natura umana sia quasi intrinseco un principio di miglioramento progressivo. Nel corso della vita tutti ci sforziamo di arricchirci di onore, potere o di qualche altra cosa, il cui possesso ci permette di realizzare i nostri sogni a occhi aperti; e l’insieme di questi sforzi costituisce l’avanzamento della societá,. Ma nell’indole dei nostri selvaggi questo principio é assente.

Lewis Cass, Segretario alla Guerra dei nascenti Stati Uniti d’America.

Si stava meglio quando si stava peggio (?)


15 Dic

Anni e anni di retorica e di lagne sfumano in un solo minuto. Ne avete riempito le sale d’attesa ai dottori, in ogni lingua l’avete menata alle file dei supermercati: questa valanga a cielo aperto sommerge anche voi. Oggi si, rinchiusi e incolonnati in un’autostrada, preoccupati davanti a una finestra per il tetto strapieno di neve, bagnati marci a spalare un verosimile buco nell’acqua, godetevela tutta la vostra bella stagione di una volta.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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