Queste montagne sgorgano acqua, non hanno mai smesso di farlo.
Da lontano sono creature nere e bianche, adagiate su un velluto verde smeraldo.
Viola Castello vista dalle Langhe nei giorni di Primavera.
Perché?
Tutto questo esiste davvero.
Ed è un privilegio che mi è concesso vedere.
Oggi in una stanza sul mare è morta Ernestina.
Novantanove anni e mezzo.
Gianpiero ha suonato, come ogni volta, le campane da morto.
Suonano in maniera diversa se muore una donna o un uomo.
C’è un codice e un algoritmo nel loro suono e c’è stato un tempo in cui tutti lo sapevano riconoscere.
Ma questi “tutti”, sono morti anche loro.
Forse davvero in un futuro prossimo vicino l’algoritmo verrà a sostituirsi a questo taccuino e questa penna, a quel suono di abaníco nelle notti del Tropico.
A questo Tropico perenne, che in qualche modo accompagna i nostri passi quaggiù.
Ma di chi sono questi passi?
Chi è questo “noi” di cui cerchiamo la luce,
teniamo viva la fiamma?
“Nosotros es mucha gente”, diceva il Profesor.
Non esistono le parole.
Non esistono ancora.
ALGORITMO
ALGO/RITMO
AL-KHURITMO
HAL KHARITZO
A Viola
finestra aperta
ancora si sentono le campane.