Archive for settembre, 2006

European People in a lot of country


30 Set

Non sono passati neanche ancora due anni da quando avevo vinto quel viaggio a Strasburgo, destinazione Parlamento Europeo. In quell’aprile del duemilaecinque, si discuteva con altri 400 miei coetanei di come poteva svilupparsi l’Unione Europea, romantica metafora in un continente di secolari divisioni.

Nel mezzo, si sono susseguiti i casini in Iraq. La situazione in Afghanistan si fa sempre piu’ controversa…in altri parti del mondo, ci sarebbe bisogno di un Europa unita…

Nel piccolo di un universo Erasmus, è possibile raccogliere ancora quelle testimonianze lontane di cosa vorrebbe essere l’Unione Europea. Francesi, tedeschi, spagnoli, italiani e polacchi vivono insieme, si confrontano insieme, si prendono per il culo rispettivamente sottolineando l’uno il difetto dell’altro. Si crea una situazione strana, una situazione unica, e chi l’ha vissuta me l’ha descritta esattamente così. Non si parla inglese, non si parla spagnolo, si parla il linguaggio “erasmus”, un misto di tutte le culture, i termini e i modi di dire più interessanti.

Tutto è più facile all’interno di un contesto del genere, e ogni scintilla del cervello diventa comprensibile in un attimo a tutti…mi viene in mente Borja, rappresentante della Tierra Mitica valenciana, che dopo essersi perso nei meandri dei bagni di una discoteca spedisce a me e a Paolo il seguente messaggio:

I’m going with one lituanian putana at her home for tu fuck jajaja porcas lituanar! See you domani

Questo è l’Erasmus, probabilmente l’espressione migliore di quello che dovremmo diventare un giorno noi tutti.

Ed incredibile ma vero, FuckinPadania anche a Kaunas…!

…sono un Lituano vero…


29 Set

E’ passata una settimana, eppure non saprei come definire il popolo che circonda la mia quotidianità…. E’ facile immaginare il lituano medio come il piu’ classico uomo dell’est, eppure non sono tutti così…e’ facile immaginare la lituana media come tutti la possono immaginare, eppure è cosi’ e non è cosi’…difficile spiegarlo. Non mi va di farlo in un posto accessibile a troppa gente, come un diario online.

Certo è che il popolo lituano non finisce mai di stupire, in bene o in male.
Non ha il minimo dubbio nell’inseguire il cosiddetto “modello occidentale”, senza chiedersi cosa sarebbe bene scegliere e cosa sarebbe meglio evitare, ma lascia al primo posto il proprio orgoglio nazionalista….
I ristoranti migliori si chiamano “Pizza Jazz”, le macchine piu’ belle sono i BMW del ’92 taroccate secondo la parola evangelica di Fast and Furious, le ragazze sono tutte rinchiuse in vestiti da Barbie o da Jennifer Lopez, e nelle discoteche si balla sempre La camisa negra, nek o addirittura Modugno, oltre che il fuckin r’n’b americano.

Dall’altra parte, però, “la birra lituana è la migliore del mondo”. “Le ragazze lituane sono le piu’ belle”. I giovani della mia età, quando sono nati, non erano russi. “Certo che eravate russi! Almeno fino all’89 eravate russi!” “Sì? Sei sicuro? Ah forse è vero…si mi ricordo è vero….”

Perchè? Perchè la voglia di essere lituani, cittadini figli di sè stessi e delle proprie culture, si nasconde sotto mentite spoglie occidentali? Perchè non accettare quello che sarebbe un pregio e non un difetto, cioè avere delle origini?

E’ un casino. La vacanza della vita continuano ad essere le due settimane negli Stati Uniti, e l’obiettivo principale è lavorare per un certo periodo a Londra, come gran parte della gente che ho conosciuto ha fatto.

Buona fortuna popolo lituano…non vorrei un giorno vedere in te la mia fotocopia malriuscita.

Foto-Sandro con l’erasmuspeople…

Vytautas Magnus University

Svyturys


29 Set


Troppe cose da fare. Oggi la cosa piu difficile e´stato svegliarsi, dopo il travolgente tsunami di succo di luppolo che ha contraddistinto la mia ultima serata.

Svtyrys alus. La birra di qua…

Cebeaux in Lithuaux


28 Set

Username. Password. Waiting…. Mail ricevute. Paolo! In un attimo sono partito col la navicella spaziotemporale sul mare che c’e’ dall’altra parte dell’Europa, zona Savona, e ho ripensato a tutte le bellissime stronzate di quella specie di Erasmus che e’ stata la Patathouse, o il Baquito

Grazie Paux!

Poi, la bella notizia.

E dopotutto, nel primo contingente di crazy non potevano che esserci Paolo, LoBo, Leo e Marty….e allora vi aspetto ragazzuoli! Portatemi delle mutande. Birra qua ce n’e’.

Pillole di vita che ordinaria non e’


28 Set

Non e’ ancora passata una settimana, eppure mi sembra di essere qua da una vita.
Tutto scorre con un’intensita’ disarmante, e anche le cose piu’ banali lasciano il segno. Mi alzo alla mattina e non ho un’idea di cosa fare dopo quell’approccio morbido alle lezioni che mi sto concedendo, ma poi mi trovo ad andare a dormire con duecento giga di memoria occupata, riempita durante la giornata.

Quando non so cosa fare, cerco il cappello dell’heineken, l’mp3 di ordinanza e vado a farmi un giro. Cammino per quartieri che sembrano tutti uguali ma che tutti uguali non sono, entro nei negozi di vestiti o di elettronica o nei market, dopo 5 minuti esco e vado a caso. E quando trovo un semaforo rosso, prendo dove e’ verde e il problema e’ risolto.
Mi si potrebbe obiettare che non serve a un cazzo. Ma allora a cosa serve lavorare, sbattersi, incazzarsi, fare 200 km in una giornata per risolvere qualsiasi problema se poi uno non puo’ neanche dare un’occhiata a come e’ fatto questo famoso mondo?
Questo mi va di fare e questo faccio.

Arrivo appena adesso dalla lavanderia (l’altra sera mi sono rovesciato sui jeans una candela che e’ caduta di colpo dal suo basamento, ma la colpa probabilmente non e’ ne di candela o basamento ma di birra e vodka). Per trovarla, sono entrato in un videogioco della playstation e mi sono trovato in una citta’ virtuale disegnata da qualcuno sicuramente troppo scazzato, quando ho trovato la magica scritta che mi ha illuminato:

SKALBYKLA.

Lavanderia. Scendo 3 scalini sotto il livello del globo, entro in una porta progettata quando l’umanita’ era ancora alta 1 e 50, e mi trovo in una cantinaccia piena di lavatrici enormi dell’epoca non di stalin non di lenin ma credo degli zar, e mi si avvicina la lavandara, una donna che fu sicuramente molto bella, ora sui 50. Senza dirmi niente, senza il minimo dubbio, mi da’ la mia borsa sorridendo. Ieri era andato Paolo a portargliela, il mio compagno di stanza, uno degli altri 2 italiani qua in esilio, ed obiettivamente non mi assomiglia per niente. Fatto sta che mi ha riconosciuto, l’italiano, cosi come mi guardano interessati se entro in una copisteria non in centro ma poco piu in la’.

Credo di aver fatto una buona scelta a tirar fuori dal cilindro un erasmus in Lithuania, a parte il fatto che le tastiere dei computer qua non hanno gli accenti e questo mi irrita alquanto. Poi, e’ ancora presto per dirlo. Questa mattina, pero’ ho accompagnato Paolo nell’International Relation Office: ha consegnato il modulo di richiesta prolungamento, non scappera’ a dicembre ma aspettera’ sei mesi ancora.

Figli di Babele


26 Set

Kalbu, language, idioma, lingua…chiamalo come vuoi, rimane il problema di noi “europei”…nello stesso giorno credo di aver provato ad esprimermi ripetutamente in 4 lingue diverse, senza riuscire a dire realmente quello che avrei voluto…
Com’è possibile che un popolo che vuole essere l’alternativa all’America parli tre lingue diverse all’interno di distanze che a volte non superano i duecento kilometri?

Adesso mi pento del tempo che ho buttato via in 5 anni di superiori, quando anzichè studiare inglese facevo ogni cosa possibile…(vero marco???!)
Non credo che l’inglese sia la lingua migliore delle altre, però effettivamente ben si presta ad essere quella comune…
Ho sentito poesie in spagnolo, francese e perfino norvegese sicuramente più musicali di quelle in inglese. Eppure, we must speak english if we want survive.

Cosa dire, cercherò di recuperare il tempo perduto. Cercherò di non essere una causa scatenante del fenomeno che porta dire ad ogni europeo “questo è un italiano, non parla inglese…”
Senza dimenticare la lingua madre, anzi le lingue madri (ci metto anche il piemontese), è giunto il momento di darsi da fare. Di arrivare in Europa anche noi.

Ps: “voci fidate” mi comunicano che in quel d’afghanistan è successo un altro casino. La sorella piange, la madre piange. Tutti piangono. Pochi giorni fa c’era chi si pronunciava fermamente sfavorevole ad un rifinanziamento della missione in Afghanistan, ed ora scuote la testa. Le voci di Orvieto non sono state ascoltate….

questo e’ il panorama dalla mia finestra…

Impressioni di settembre


25 Set

Posto strano, la Lituania. Può capitare di girare per strada per tre giorni di seguito in maglietta e pantaloncini, quando uno a fine settembre si aspetterebbe in queste latitudini un tempo da freezer…può capitare di girare per strada e accorgersi che si vive in mezzo alle contraddizioni, circondati da macchine da centomila euro e catorci da pochi centesimi, fianco a fianco nella stessa città, quella che chiamano la “Napoli del Nord”, che è poi quella dove sono finito…può capitare di salire su un autobus e accorgersi che l’autista è una donna, qualcosa di inconcepibile da noi…

La vita scorre su due binari.
Da una parte c’è la Lithuania, con tutte le sue sorprese che minuto dopo minuto vengono a galla,
dall’altro c’è il mondo erasmus, con le sue regole, le sue lingue e i suoi personaggi. In entrambi i casi è facile immergersi, e rendersi conto che dopo pochi giorni sembra già passata una vita…

Quando non hai ancora capito niente, quando ogni posto è un posto nuovo, quando conosci una persona diversa ogni minuto, vivi in uno stordimento che ti sembra casa tua.

Devo ancora capire tutto di questa nuova vita, ma i primi giorni di luce lasciano ben sperare…
però voglio una connessione, voglio imparare l’inglese, voglio le giornate di 34 ore perchè niente mi basta… See you soon.

Rotolando verso Nord


22 Set

Ceva, 22 settembre, 2.26

Mancano poche ore alla Nuova Vita: alle 13.05 su quell’aereo, oltre a 30 kg di tutto, caricherò una potenza esplosiva di curiosità, pazzia, scazzo e “voglia di provarci” che spinge un essere umano a lasciare tutto quello che ha dentro un congelatore, sperando che un giorno o l’altro possa ritrovare tutto…
Probabilmente non succederà, non potrà succedere, ma la certezza di essere circondato da persone incredibili, come ho visto anche in questi ultimi giorni, rende meno pesante il momento del distacco da questo suolo materno verso un altro mondo alternativo.
Le persone incredibili che mi circondano: loro sono il motivo che mi hanno obbligato a creare questo blog, perchè la voglia di restare in contatto costante con loro e l’impossibilità di farlo senza rimanere appiccicato ore e ore davanti a singole email hanno portato alla necessità di cercare mezzi comunicativi alternativi.
Questo è il nostro blog quindi. Riempitelo con quello che volete, io cercherò di farvi capire quello che succede in una vita da Uomo Baltico.

Sandro

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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