Jump

13 Giu

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Lunghe ore sotto il sole ad ascoltare un pazzo ex – aviatore sovietico, in abbigliamento d’ordinanza dotato di canottiera e inevitabile baffo, che si presenta alla lezione con la “resaca” alcolica della sera prima. Non proprio il massimo se si pensa che sarebbe l’uomo incaricato di spiegarti come sopravvivere.

Poi, finalmente, l’ora del decollo. Su una Vespa volante regina dei cieli di qualche decennio fa, su e su e su fino al kilometro. Con il rumore assordante dei motori che coprono occhi che si chiudono e magone.

Quello che viene dopo e’ confuso, e’ materiale cerebrale non decifrabile. E’ la porta che si apre, l’istruttore che ti spinge, la materia che scompare sotto il suolo e lascia spazio all’aria. Pochi secondi lunghi come minuti.

Poi, una mano che ti prende dall’alto, che stoppa il volo verso il suolo, che porta in una dimensione di assoluto silenzio e di tranquillita’ e di sensazioni strane e fortissime di cui ci si ricorda solo i puntini nel verde in basso, uccelli che passano vicini e lo specchio del Baltico al tramonto un paio di kilometri piu in la’.

Che storia.

2 Responses

  1. Cournot ha detto:

    Prima di far ste cose dillo! che qui ti accendiamo un cero!
    Accidenti tuo fratello è veramente una tua copia perfetta!

  2. baltic man ha detto:

    ..poi non c’e’ piu il gusto della sorpresa.
    😀

    Sulla copia perfetta, ti rimando al commento nel post sotto…!

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Diary of a Baltic Man

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