World on the road, italiots on the beach

23 Ago

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Questo è Matt. Inglese, classe 1987, è una di quelle conoscenze che si fanno solo viaggiando, e che testimoniano proprio perchè valga la pena viaggiare.

Matt, in particolare, saltò fuori in un giorno di aprile, da un pulmino piùchesovietico vagante nei deserti parafantastici della Mongolia. Passammo una notte e un giorno insieme. Poi, scomparse con una tenda e un sacco di commestibilità: voleva stare da solo, ancora più solo, nonostante fosse già nel luogo decisamente meno affollato del mondo.

Matt riapparve, in un pomeriggio di fine maggio, a Kaunas. Il suo viaggio biennale che dalla Nuova Zelanda lo stava riportando a Londra, tra autostop e autobus inimmaginabili, stava finendo, e l’università lo stava aspettando. Doveva passare solo una notte in Lituania, si fermò una settimana, poi qualcuno lo caricò fino a Berlino. E Matt, i tuoi genitori? “Ah, non li vedo da due anni. Finite le superiori mi hanno detto: Vai“.

Ripenso a lui, e a tutti quelli come lui, quando guardo i suoi (i miei) coetanei che affollano la costa ligure. Quando li vedo bullarsi con un mohito privo di rhum che è costato loro quanto una giornata indiana a Matt. Quando li intravedo ballare con ragazze di plastica assoldate dalle discotechelle locali. Ma è soprattutto quando li sento parlare di Saint-Tropez e Ibiza, che ripenso alla Cambogia e alla campagna cinese di Matt.

Non riesco a capire perchè gli occhi italiani si sgranino di allucinato stupore al racconto di quelli come Matt. Perchè il mondo, davvero, ne è pieno.

L’altro giorno ho dato un passaggio a due autostoppisti ceki, non ce la facevano più. Lentamente attraversavano così il Sud – Europa. Mi hanno detto: “solo adesso capiamo davvero perchè a Praga si ride così tanto degli italiani“.

8 Responses

  1. SadNyx ha detto:

    Purtroppo è proprio così…….. Ciao Sandro…

  2. dejandolasoledad ha detto:

    …ho trovato il tuo blog per caso…e leggendolo ho trovato tanto di me.. il viaggio(che per me ha corpo nella fantasia ancora)e quella vorace,ingorda,sana fame di sguardi di cose di vita.continua cosi’

  3. baltic man ha detto:

    …lasciando la solitudine a casa no?!?
    Grazie.

    Hi Nyx!

  4. Henry ha detto:

    In Lituania hanno addirittura un club degli autostoppisti, lo sapevi?
    In Italia la mentalità è leggermente diversa…

    Manco a dirlo, ancora una volta mi trovo in accordo con quanto scrivi sul tuo blog…
    Ciao Sandro, a presto…

  5. hasta la vista ha detto:

    a kaunas c’e anche un club degli autostoppisti 😉
    ciao Sandro, come stai?

  6. SadNyx ha detto:

    Question for Baltic Man: (uso privato di mezzo pubblico,sorry),hai ricevuto la mia(drammatica) mail di qualke settimana fà? Credo ce ne sarà un’altra presto in arrivo…
    bye…
    P.s: hai impegni x la settimana prossima?

  7. jEmp ha detto:

    ciao sandro come butta? qui a paris gli italiani li riconosci perchè sono gli unici che fanno un casino superiore al rumore della metro…
    qualcuno ha detto “non amo l’italia, amo gli italiani” (forse l’ho letto su pavese)… bo. stando in giro mi sembra, a volte, di amare l’italia, i suoi posti, i ruderi del suo passato contadino, rurale, urbano… gli italiani onestamente… bo
    un abbraccio
    continua così……

  8. baltic man ha detto:

    Bravo jemp, l’hai detta giusta!

    Nyx, ebbene si, l’ho ricevuta la mail, ma purtroppo il fatto di recarmi in un domicilio dotato di internet solo quando i miei vestiti sono troppo sporchi e per giunta soffermarmi in tal posto solo poche ore non mi consente di dedicare il giusto tempo a una mail come la tua…! Ma adesso rimedio.

    Asta and Henry: non lo sapevo!

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Diary of a Baltic Man

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