The Orange Show

30 Gen

Crazy Americans. In the warm Houston’s suburb you’ll find the best things. Real Art, even more than Rothko’s Abstractism (from Latvian origines) or than other artists more or less populars.

This is the story: Mr. Jeff McKissack, born in 1902, has built during lot of years his original private museum, picking up and welding together the strangest objects from the road, wih a claim of 40,000 hours to build his perfect place: The Orange Show.

The reason is simple: Jeff wanted satisfy like hat his urge to create, to inform others about his personal vision, but in his “own words”. The main purpose of The Orange Show is to encourage people to eat oranges, drink oranges, and enjoy the life. Clear, it isn’t?

Not so far away from there is “The Beer Can House“. As u can understand from the name but not from the logic, is a house covered entirely by Beer Cans. Exactly, 39,000. The autor is John Milkovisch, a beer lover, despite of the wife’s claims, who was anyway able to save the house inside. Is usefull tell that “The Beer Can House” is protected by “The Orange Show Foundation”.

___________________________________________________________

Dai sobborghi cittadini di un’afosa Houston saltano fuori le cose più belle. Arte genuina, ancora più dell’astrattismo di Rothko (tra l’altro di origini Lèttoni, toh) o di altri vari artisti più o meno celebri.

La storia è questa: tal Jeff McKissack, classe 1902, ha messo in piedi nel corso degli anni il suo originalissimo museo privato, raccogliendo e saldando insieme i più strambi oggetti raccolti per la strada nel corso della sua esistenza, per una stima di circa 40.000 ore dedicate alla creazione del suo Luogo Perfetto: The Orange Show.

La ragione di tanta operosità è semplice: Jeff ha voluto così soddisfare il suo bisogno di creare, di rendere partecipi gli altri delle sue visioni personali, ovviamente con “parole sue”. L’obiettivo principale de The Orange Show è quindi quello di incoraggiare la gente a mangiare arancie, bere arancie, e vivere col sorriso. Logico no?

Poco lontana è la “Casa delle lattine di birra”. Come suggerito dal nome e soffocato dalla logica, si tratta proprio di una casa ricoperta interamente da lattine di birra. Precisamente, 39 mila. La “Beer Can House” è stata addobbata, lattina su lattina, da John Milkovisch, noto amante della dorata bevanda, tra le comprensibili proteste della moglie che è comunque riuscita a salvare dall’ecletticità del consorte gli interni. Inutile aggiungere che la “Beer Can House” è ora sotto l’algida della “The Orange Show Foundation”.

3 Responses

  1. gianluca ha detto:

    ciao, tivolevo chiedere se, gentilmente, potresti cambiare l’indirizzo del blog [R]EVOLUTION da gianluca-revolution.blogspot.com a:

    http://www.gianlucapistore.com

    grazie ciao

  2. cebeux ha detto:

    Ah il museo delle lattine di birra!
    potremmo fare il museo delle bute scolate, diciamo una specie di guinnes con gli abitanti cebani che a turno scolano bute e le depositano! ma non sarebbe democratico perchè io e te ci impadroniremmo presto della zona! I support our troops and our fetus…vatti a vedere la puntata dei griffin quando peter diventa un redneck! Bloody Texas!

  3. Baltic Man ha detto:

    Sai cosa?? Vedo Griffin ovunque. Davvero! Tipo ieri sera sono stato in un appartamento dove un cane era UGUALE a Brian. Tranne il piccolo particolare che non parlava. E oggi all’High School del brother ho visto milioni di Chris. Che storia!

Leave a Reply

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata