Sui facili pregiudizi

09 Feb

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Risolini e creative battutine erano la risposta costante all’annuncio “Vado a studiare in Colombia“. Allusioni, più o meno esplicite, da parte di tutti, alla principale qualità che rende famoso questo Paese in Europa: l’esportazione di droghe. I più anziani si limitavano a dignitose maliziosità sulla questione (“vai a studiare Chimica?“), molto più dichiarate erano le richieste dei giovinastri (“beh, portami qualcosa“).

Dunque. La sentenza è shoccante: si trattava di pregiudizi, dovuti principalmente alla disinformazione generalizzata che caratterizza il Sud America in Europa.

Non si discute il ruolo della Colombia sull’economia “di settore” a livello mondiale. L’esportazione di droghe, è noto, costituisce il principale finanziamento per le FARC e non solo. Quello che invece qua si cerca di difendere è la dignità dei colombiani, nell’immaginario di molti nostrani veri e propri strafattoni che ti si avvicineranno solamente per “fare affari” con te. Questi primi giorni insegnano invece tutto il contrario, dipingendo scenari sorprendenti: l’idea della popolazione locale sui consumatori di droghe è paragonabile a quella di Giovanardi, in quanto non esistono classificazioni tra cocainomani e fumatori di marijuana. La ragione è dovuta al fatto che non esistono fumatori di marijuana “part-time”, categoria molto rappresentata in Italia, dipingendo l’immagine del marijuanomane incallito come l’unica possibile.

Facile capire, quindi, quale sia il livello di rabbia dei colombiani quando gli si spiega la cosa. Per un popolo che ha una media di fumatori di sigarette bassissima (aiutano anche caldo e umidità), l’associazione di idee non è facile. Resta il fatto che mi proibiscono anche le birre nel caffè dell’università, e questo non va bene.

7 Responses

  1. Doppiafila ha detto:

    Ciao Baltic, é davvero incredibile come il commentino/battutina sulla droga scatti ineluttabile quando si menziona la Colombia, no? Un po’ come la mafia e gli spaghetti per noi italiani qualche decennio fa (ora ci siamo un po’ ripuliti l’immagine, parrebbe, e scatta spesso il Berlusconi…)
    Saluti, Doppiafila

  2. Doppiafila ha detto:

    PS: ti ho linkato su Bogotalia!

  3. Baltic Man ha detto:

    Grande! Bogotalia ormai è appuntamento quotidiano per me.

    Comunque….è incredibile.

  4. Cournot ha detto:

    Abbiate pazienza non è incredibile: è normale!
    Non si può pensare alla Colombia senza coca, all’Italia senza Mafia, al Belgio senza pedofili agli USA senza Bush…
    Ognuno ha la sua piaga, il link che tu stesso hai citato mi pare eloquente: 80 mila ettari coltivati a coca, in Italia la stessa superficie si coltiva a soia!

  5. tanoka ha detto:

    Benvenuto alla Patria Grande Baltic Man, sará un piacere ricevere impressioni fresche e in situ dalla colombia. Ti seguiró.

    Con i pregiudizi europei sul sudamerica dovrai farci il callo, ma mi sembra giusto che uno comunque si sorprenda e che cerchi di fare il possibile per aprire gli occhi quanti piú possibile.

    un abrazo

  6. Baltic Man ha detto:

    Cournot, effettivamente hai ragione.
    Ai tedeschi ogni tanto tocca subire ancora adesso le colpe dei loro nonni.

    Però è altrettanto vero che di Sud America si parla poco e male, dalle nostre parti.

    Un abrazo tanoka!

  7. Doppiafila ha detto:

    Scusate l’ovvietá, ma voglio contribuire dicendo: c’é modo e modo. Mi spiego: é vero che a volte un tedesco (o chiunque parli tedesco, in effetti) viene associato ai nazisti, ma questo avviene il piú delle volte o da parte di persone di poca cultura (vedi Berlusconi) o in ambienti ristretti (due persone o piccoli gruppi) o con persone con le quali sei in intimitá. É che nel caso dei tedeschi il luogo comune é frenato da una minima conoscenza dei fatti. Nel caso della Colombia, la cosa é piú sfrenata: anche persone che hanno viaggiato, che sono politically correct, che ti conoscono poco la battutina te la fanno!!!
    Saluti, Doppiafila

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Diary of a Baltic Man

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