El Tunel

08 Apr

Giusto di fronte all’Universidad si nasconde “El Tunel“, uno di quei tipici ristoranti per buone forchette che in Italia si chiamano “Trattoria da Marisa” e sfamano con ottime economie qualità/prezzo camionisti lavoratori e studenti. All’ombra di alberi sconosciuti, c’è sempre il “piatto del giorno” da cui non si esula accompagnato da zuppe e sciroppi strani, mentre galline e anatre ignare del loro destino zampettano allegramente sotto i tavoli. Bambini in mutande e piedi nudi allegramente si inseguono e ondeggiano sulle 5 amache.photo-0196.jpg

Giusto di fronte all’università si diceva, e nell’università nessuno conosce “El Tunel”. Questa schiera d’incamiciati da quattro o cinque anni spreca la sua quotidianità alla stessa fermata dell’autobus e non si è mai accorta del piccolo paradiso gastronomico che si nasconde al di là del sottopassaggio. E tutto ciò perchè semplicemente non se n’è mai voluta accorgere, secondo lo stesso principio che regola e legittima le spaventose diseguaglianze sociali che da sempre stravolgono nel silenzio l’America Latina.

Le regole sociali della Colombia si basano su una grottesca divisione in “extractos“. Barranquilla va dall’1 al 6, curiosamente in ordine Sud-Nord, e le tasse e i servizi variano a seconda dell’area urbana di suddivisione. Non è uno scherzo, ma la classe di appartenenza appare anche su qualche scartoffia personale: nomi, cognomi, gruppo sanguigno e soldi in tasca.

C’è una scintilla di folle ipocrisia nel meccanismo intrinseco. C’è lo sforzo di alzarsi al mattino, raggiungere aule e laboratori dove sollevati dalla forte aria condizionata tutti insieme noi si ciarlerà, come ieri e come domani, di tutte quelle belle cose che accadono o accaddero o accadranno chissà dove nel mondo, per uscire col sorriso sereno alla sera e pagare con gli interessi la botta. Non è il muro di calda caraibica umida atmosfera che picchia, è lo sguardo scorrevole del ciò che circonda la materna placenta del campus universitario. Questa città di un milione e mezzo di abitanti, come altri milioni e mezzo di città, non è altro che un palcoscenico senza teatro nè pubblico o muri, un non-luogo dove gli attori – troppi attori – mettono in scena la loro quotidianità fatta di nulla, niente è negativo perchè niente è positivo, semplicemente lo scopo è tirare avanti con i 4 dvd pirata quotidiani per ricominciare la sfida un altro giorno. Niente discussioni politiche, nessuna rilettura di Goethe, o illusori progetti fantascientifici su come ridurre l’attrito delle ali nell’aria: là fuori manca il pane e l’acqua è sporca, ma più che tutto manca quella componente di sogni che alimentano ogni giorno la luce in fondo al Tunnel.

6 Responses

  1. Cournot ha detto:

    la scoperta di un buon posto a poco prezzo dove consumare pasti appetibili è sempre una grande grandissima soddisfazione!

    Ne deduco che sei tornato all’ovile. Ma come, niente Bogotà? Pensavo fossi diretto lì.

  2. Donquishote ha detto:

    Qualcuno cantava: siamo fuori dal tunneeelll
    Chissà,dopo il tunnel…quell’altro mondo… dopo aver attraversato il “gate sociale” non sarà proprio la destinazione di questo tipo di “civiltà” che impunemente se frega di tutto…
    Sembra che il LEUNIJU stia già ambientandosi….

  3. Baltic Man ha detto:

    Son cose.

    ¿Bogota? Gap di soldi e tempo! Chissà se mai ci andrò da quelle parti andine.

  4. Cournot ha detto:

    Era un’ intuizione infelice allora.
    Mi fai un favore? assieme alla bottiglia di guarapo mi porti una foto del canale di panama? non sei lontano no?
    :-))

  5. Baltic Man ha detto:

    Di fatto no, ma pare che nessuno si sia mai preso la briga di affrontare la selva e collegare la Panamericana del sud con la Panamericana del nord.
    Una specie di muro naturale che si è voluto lasciare per evitare ovvi problemi di traffici clandestini..

    La vicina Panama si raggiunge quindi solamente con aerei o navi.
    A proposito dei primi, va detto come si senta la mancanza di Santa Ryanair negli altri continenti.

    ¿Panama? Gap di soldi e tempo. Chissà se andrò mai da quelle parti strane.

  6. Cournot ha detto:

    Ah chi l’avrebbe mai detto, così vicino, così lontano!
    Bene ora che abbiamo escluso due possibili mete non ti resta che fare una cosa sola: STUDIA!!!

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Diary of a Baltic Man

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