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Give my love to Rose


02 Giu

Gli Hobo.
Lavoratori migranti, ma anche poeti.
Nel loro habitat fatto di treni e avamposti di stazioni, avevano un nemico naturale: gli agenti privati al servizio delle compagnie ferroviarie.
Give my love to rose è la storia di un incontro tra il poeta e un uomo sofferente, picchiato a morte sul treno, sulla sua via del ritorno a casa.

 

I found him by the railroad track this morning
I could see that he was nearly dead
I knelt down beside him and I listened
Just to hear the words the dying fellow said

He said they let me out of prison down in Frisco
For ten long years I’ve paid for what I’ve done
I was trying to get back to Louisiana
To see my Rose and get to know my son

Give my love to Rose please won’t you mister
Take her all my money, tell her to buy some pretty clothes
Tell my boy his daddy’s so proud of him
And don’t forget to give my love to Rose

Tell them I said thanks for waiting for me
Tell my boy to help his mom at home
Tell my Rose to try to find another
For it ain’t right that she should live alone

Mister here’s a bag with all my money
It won’t last them long the way it goes
God bless you for finding me this morning
And don’t forget to give my love to Rose

Give my love to Rose please won’t you mister
Take her all my money, tell her to buy some pretty clothes
Tell my boy his daddy’s so proud of him
And don’t forget to give my love to Rose.

49 rose


19 Ott

Quarantanove rose, rosse, come sempre. Tornavo a casa alla sera e Santiago era lì, appoggiato al muretto, mentre la tipa del chiosco dei fiori lentamente sforbiciava e componeva l’assurdo mazzo. Santiago era lì ogni sera, da diversi giorni e forse settimane ormai, da quando la venezuelana del Pub Bering si era trasferita nell’appartamento di quella pittrice tedesca. Uomo d’altri tempi, Santiago, che riversava tutto il suo dolore per l’amata perduta su quei quarantanove – perchè fossero quarantanove e non venticinque o cinquantuno nessuno poi lo sapeva – vegetali strappati quotidianamente alla natura per venir abbandonati su un marciapiede di cemento, e da lì, nel bidone d’immondizia dietro il Pub Bering. Un giorno apparvero anche su una tela, ricoprivano l’astrattismo di una venezuelana nuda, era un’opera inconclusa in casa della pittrice tedesca, e una delle quarantanove rose era nera.

Ma è stato uscendo di casa, questa mattina, che ho rivisto Santiago. Fuori luogo e fuori orario. Era nell’appartamento di fronte a casa mia, e portava lì dentro le sue robe. Solo dopo un po’ mi sono accorto che con lui c’era anche la tipa del chiosco, la fiorista.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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