Archive for the ‘Linguaggio [potere]’ Category

Tapeworm


23 Set

Navigare necesse est. Vivere non est necesse.
L’aurora boreale ha impedito a un’arma perversa disegnata dai sovietici negli anni Settanta di raggiungere l’America.
Si trattava di un’arma sonora che emetteva su frequenze apparentemente impercettibili per l’uomo.
Si chiamava Duga, e fece saltare Chernobyl.

Tapeworm invece significa “tenia, verme solitario”.
Ma “tapeworm” sono anche i nastri utilizzati per registrare le conversazioni segrete, le vite degli altri.
I tapeworm funzionano secondo dinamiche agghiaccianti.

Tra le pieghe di un vecchio comodino ho trovato un documento in cui c’è il mio nome, la mia foto ma non sono io.
I documenti
I documenti sono falsi per definizione.

Love you paper


17 Set

Kontainer

Scriveva lettere d’amore su vecchi origami
nella speranza che un giorno qualcuno le avrebbe aperte
e scorrendo un dito tra le pieghe del discorso
(là dove le parole si formano)
avrebbe separato tra loro i due lati del foglio.

Formando nuove figure
– asimmetrie armoniche in bizzarro equilibrio –
in un incrocio di frasi orizzontali verticali oblique
le lettere d’amore scritte su vecchi origami
ingiallivano sotto il sole secondo diverse tonalità di giallo.

Alcune parole invecchiavano rimanendo nere e intatte,
così com’erano state scritte.
Altre, sbiadivano sulla carta fino a diventare
vecchie macchie.
Altre ancora si piegavano e assumevano nuove forme
e qualcuna
forse arrivava a destinazione.

In una lettera d’amore scritta su un foglio d’origami,
le parole rimanevano nascoste e protette.

Penitenziagite


19 Lug

Machete

Riconoscere il momento in cui la forza
diventa inerzia.

Dove inizia
ciò che finisce?

La realtà come un progetto incompiuto,
un qualcosa ancora da completare.

Perché se il tempo non è la misura delle cose
sono le cose che si misurano sul tempo.

Somos hechos de carne y lìmites
por lo tanto
farò tutto ciò che non avrei dovuto fare.

In case I don’t die


04 Lug

In una vecchia scuola elementare occupata nella periferia di Torino
quaranta ragazzi sono messi insieme da un progetto in cui si parla d’Europa.
Dieci di loro sono greci.

In una vecchia scuola elementare occupata
dieci giovani greci parlano del referendum di domani,
raccontano cosa significhi sentirsi improvvisamente senza un suolo sotto i piedi,
immersi in un’economia bloccata a sessanta euro al giorno nella psicosi collettiva.

Raccontano della zia della madre, che ogni giorno telefona allarmata implorando per un SI.
Raccontano della compagnia telefonica straniera, che regalerà trenta giorni di chiamate gratis se si voterà per il SI.
Parlano di scontro generazionale, di un gruppo sociale che non è più disposto ad accettare i linguaggi del passato.
Due di loro vorrebbero ripartire prima del previsto, per arrivare in tempo a dire NO.

In una vecchia scuola elementare occupata
dieci giovani greci aspettano il risultato di un referendum.

In Case I Don't Die – A Greek whisper to Europe from Nicolas Androulakis on Vimeo.

The law is ilegal


20 Giu

'dbye

…e dimmi la verità: quella ragazza che è scesa all’ultima stazione, ho visto che la guardavi.
Piera abbozza un sorriso insinuato.
Non c’è neutralità possibile quando si parla di queste cose.
Non guardavo lei, guardavo le sue mani, guardavo il modo silenzioso con cui sgranocchiava i suoi biscotti, guardavo il suo imbarazzo quando si scopriva a guardare me.
ll sorriso di Piera si fa evidente.

E poi?
E poi ha aperto la borsa e ne ha tirato fuori uno smartphone gigante, e anche questa volta mi sono detto “è tempo di dirci addio”.
Il sorriso di Piera adesso si è trasformato in un sorriso diverso, contrito.
Uno di quei sorrisi che si portano via scorie e travestimenti, che mostrano il mondo per quello che è.

Il treno adesso viaggia tra prati colorati di rosso, ogni paesaggio si sovrascrive su quello precedente.
Ai campi di lavanda si aggiungono i cipressi.
A fianco dei cipressi appaiono rocce scure.
Nella mia mente si forma un’immagine, ma non fa in tempo a svilupparsi.
Rimane lì nel regno delle possibilità, insieme alla ragazza seduta sul treno.

Qualche minuto più tardi è Piera a parlare.
Non ti sembra che io e te siamo come madre e figlio?
Io non so se potrei essere tua madre. Ma tu potresti essere mio figlio.
Mi viene spontaneo ridere, e forse è perché ha ragione.
Ma cosa vorrebbe dire essere tuo figlio? Cosa cambierebbe?

Piera mi guarda mentre il treno entra in una galleria.
La luce scompare solo a metà.
“Essere un figlio…”, dice.
Dice qualcosa che in realtà non dice.
Ecco, vedi… un genitore deve insegnare tutto.
Un figlio deve prendere solo quel che gli serve.

Sul sedile di fianco, là dove c’era la ragazza, un tipo con la camicia a righe siede tranquillo, e legge un libro che si intitola “In pregnancy with yoga”.

Capogiro


23 Apr

Ancora una volta, quella vecchia malattia. Un leggero capogiro annunciava l’assuefazione dei sensi, e a partire da quel momento il mondo si faceva ovattato. Le altre persone sedute intorno al tavolo iniziavano ad appassionarsi alla conversazione proprio quando tutto mi diventava inutile, surreale. La signora bionda stava evidentemente cercando di richiamare la mia attenzione, ma non riuscivo a vedere nient’altro che la sua fronte bruciata dal sole, e i fischi degli uccelli sullo sfondo e il ronzio di un aereo in cielo allontanavano irrimediabilmente il suono della sua voce. Quante persone convinte di quello che fanno ci sono a questo mondo, mi dicevo, e sarà mai possibile diventare come loro?
Tentavo di afferrarmi alle loro parole come alle zampe di un uccello preistorico, che mi avrebbe trasportato verso un futuro in cui il linguaggio avrebbe finalmente trovato una sua articolazione. Homework. Training. Challenges. Termini che scorrevano in un fiume di parole ma che rimanevano incastrati nel nulla che evocavano.

E tutto intorno antenne.
Antenne e nuvole.

Urban literature


17 Mar

Do you suffer sex dysfunctions?
Now everyone can afford a digital TV.
Jesus is the answer
to give a new softness to your skin
in the new maternity yard in Nairobi Hospital
just dial +522# to see your new incomings.

Don’t forget who is waiting for you at home
and bring us your toner, we will regenerate it.
Thank you for choosing to travel with us
soon 30 new modern comfortable flat will be released.
Color you world.
Color your world.
When you’ll order the next one, you’ll get 5% discount.

[interamente tratto dai cartelloni pubblicitari lungo le strade di Nairobi].

La banana


03 Mar

 

Lì sulla porta erano appesi dei frutti a me sconosciuti, simili per aspetto a cetrioli di media grandezza. La buccia, come nelle fave, in alcuni era verde, in altri gialla. “Che cos’è”, domandai. “Banane”, mi risposero. “Banane! Il frutto tropicale! Datemele!”. Mi diedero tutto il mazzo. Ne staccai una e la sbucciai: la buccia viene via quasi appena la si tocca; l’assaggiai e non mi piacque: non sa di niente, in parte è dolce, ma d’un dolce fiacco e smaccato, un gusto farinoso, simile un po’ alla patata e al melone, però non così dolce come il melone e senza aroma e con un profumo suo proprio, un po’ grossolano. E’ più un legume che un frutto, e tra la frutta è un parvenue.

I. A. Goncarov, Fregat “Pallada”

 

Kitgum


25 Feb

Qui
non ci sono elementi di ieri a cui aggrapparsi
non ci sono parole,
borse di plastica riposano al sole.
Pensieri a cui afferrarsi, restare impigliati
qui tutti i peccati sono già stati compiuti.

Coda di lucertola gialla sonnecchia nel sole
borse di plastica contengono parole.
Qui tutto è familiare, tutto è forestiero
ecco tuo fratello:
oggi è africano, è nero.

a-Freak


20 Gen

Sah’ra significa “vuoto”.
“Superstizione” deriva da Super Est, “sopravvive”.
Nel deserto la casa nasce dall’unione notturna tra la tenda e il chiodo che l’assicura al terreno. Per questo, nelle culture tuareg, la tenda rappresenta la donna, mentre il chiodo simboleggia l’uomo.
I berberi, nella loro lingua, si chiamano Imazighen. “Uomini liberi”.
Eket, il primo mago della storia, era “colui che crea le immagini”, in quanto capace di trasformare la parola in oggetti materiali.

e come “incantesimo” contiene la parola “canto”

attraverso la musica

ogni vibrazione diviene lingua.

 

 

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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