Archive for the ‘Lithuania’ Category

Little Lietuva


25 Lug

La settimana lituana è ufficialmente cominciata. Da ieri sera, da quando cioè la mia ottima amica Vilma e il suo ragazzo sono in visita ufficiale da queste parti.

Un’occasione ottima per me di rituffarmi tra quel linguaggio antico e bottiglie di vino sulla spiaggia, un’occasione ottima per loro per assaporare il Nord Ovest italiano e godersi qualche concerto della mia band.

Per il devasto in alta quota del Rifugio Mongioie, ovviamente, poi, siete tutti assolutamente invitati.

Scene passate di film futuri


19 Lug

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Sulla via del ritorno, dopo una serata strana, dopo l’inizio di una delle feste più agognate.

Il computer regala, ricollega, ricuce cose mai strappate, a dir la verità.

Paolo, uno degli eroi di Kaunas, regala, ricollega, ricuce cose ancora troppo vive per tanto tempo ancora.

Ed è così che un video, 6 minuti che bastano a far male, mi riporta indietro nel tempo, mi spara avanti nel tempo e mi costringe a guardare il tempo che forma secondo dopo secondo il presente. La sensazione è strana, fa male, costringe ad ammettere che è dura ricoprire il ruolo di “chi più ha e più vuole“.

La notte però è troppo birra per lasciare spazio ai moralismi. Neanche un qualcosa simile ad un fantomatico Karma perfetto che dorme ad un metro da me riesce a fermare il brivido.

Non voglio tornare indietro nel tempo, voglio riviverlo in proiezione futura. Ed è così che giorno dopo giorno capisco che il mio posto non è qua, e la sensazione di smarrimento aumenta, e la voglia di partire imperversa, e la maniacale follìa dell’uomo-giusto-al-posto-sbagliato vive sulla certezza che un giorno, sì, sarà di nuovo.

Fenomeni


06 Lug

“Ah, Lituania! Si, ci sono stato 4 o 5 volte. Avevo la fidanzata ungherese, e la andavo a trovare in treno. Un bel viaggio. Partivo da Trieste, poi Slovenia, Austria, Repubblica Ceka, Lituania e Ungheria. Bello sbattimento”.

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Finale Ligure (SV), luglio 2007, fenomeno locale

Bentornato nella realtà


05 Lug

Scenario 1. Baltic Man si sveglia, sullo sfondo il sole del giugno lituano. Si reca all’università, ore 10.00. Deve infatti chiudere le pratiche Erasmus, ed avere tutti i documenti attestanti i 9 mesi passati in Lituania. Sale, entra nell’Ufficio Relazioni Internazionali, tra una firma e l’altra ride e scherza con le 2 ragazze dietro la scrivania. Saluti, commozioni, la sequenza si chiude con il protagonista che lascia l’università fieramente, la cartelletta coi preziosi fogli sottobraccio. Sono le ore 10.10.

Pausa. Oscuro.

Scenario 2. Ancora ore 10.00. Il solito protagonista ripete la stessa operazione, solo cambia lo scenario, adesso siamo in Italia. Si sveglia, sale in macchina, poi autostrada, poi parcheggio. 40 minuti di attesa, il treno arriva (si sa, a Genova non si parcheggia). Ore 12.30, arrivo in Università. Chiusa.

“Già è vero, porcocane, qua si fa la pausa pranzo”, pensa.

Attesa.

Ore 14.00. Coda. Ore 14.45. “Salve, io dovrei solamente chiudere le pratiche Erasmus”. “Ah si, ok, vada nell’altro ufficio dall’altra parte della città, se è fortunato dovrebbe arrivare in tempo, oltretutto adesso è Unione Europea e non serve il passaporto, e richieda lì le firme del suo responsabile di facoltà. E’ il Professor XXX, vero? Ah, allora oggi non dovrebbe esserci, è a Coccomaro Di Sopra per un convegno su La Televisione nell’era dei Flinstones. Ma non ci sono problemi. Lasci la documentazione in portineria, secondo gli ultimi sondaggi interni risulta che in un buon 45% arriveranno al suo Docente”.

“Ma veramente no, vorrei parlare al mio ufficio io stesso, sa, dovrei ancora ricevere i contributi finanziari Erasmus, visto che per poterli ottenere in tempo reale avrei dovuto aprire un simpatico C/C con la simpatica banca Carige che poi avrei potuto chiudere con prezzi scontati dello 0.05%…e ovviamente non l’ho fatto.”

“Ah, ok, lei è uno di quei granellini di sabbia che vogliono sempre incastrare il sistema, certo, ma non ci sono problemi, lei riceverà sicuramente tutto il dovuto, guardi adesso stiamo aspettando i fondi, e tra la fine di settembre 2007 e l’inizio di ottobre 2008 provvederemo sicuramente a tutti i pagamenti. Fino all’ultimo centesimo”.

“Ah meno male. Adesso sono tranquillo. E per la transcrizione degli esami?”

“Quello non lo so, vedo che sui suoi documenti c’è tutto a posto ma il timbro è leggermente troppo spostato a destra, guardi dovremmo richiedere conferma alla sua Università in Lituania, dopodichè può tornare qua, ritirare i fogli, andare nell’ufficio in Via Bensa che è aperto tutti i secondi lunedi del mese dalle 8.00 alle 10.00, e sperare che nello stesso orario riesca a trovare anche il suo Responsabile Erasmus, in caso contrario, sulla collina lì dietro c’è il santuario della Madonna delle Grazie, si dice che ogni tanto accadano i miracoli, provi lì…”

Time to say goodbye…


28 Giu

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“Quando sei lontana
sogno all’orizzonte
e mancan le parole,
e io si lo so
che sei con me, con me,
tu mia luna tu sei qui con me,
mio sole tu sei qui con me,
con me, con me, con me”

A tutti quelli che ci sono entrati dentro, ci sono esplosi e in qualche modo non ne riusciranno più. A quelli che sono passati di corsa, troppi per averli conosciuti bene tutti, e hanno lasciato la loro traccia.

Tempi intensi tempi strepitosi tempi pieni tempi vuoti tempi importati tempi che hanno regalato, davvero.

Iki ir ačiū Lietuva, susitinkame kitą kartą.

Numeri


28 Giu

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9 Paesi visitati

2 lingue imparate

– “Rock this party” in 32 discoteche diverse – da Cracovia a Ulaan Baatar.

4000? 5000 kilometri?

51 nuovi contatti Skype

4 coinquilini nel corso dei mesi

1,5/2 litri di Svyturys (in media) al giorno

9 esami superati, alla VDU

4 o 5 amici che rimarranno

40 o 50 persone di passaggio che rimarranno nella mente

20 giga di foto.

Elementi non filtrati


27 Giu

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Come in tempi di guerra, solo i migliori sono rimasti. Che poi, sotto la luce di un’altra ottica, risultano essere esattamente i peggiori

E’ cosi che, in una Kaunas sempre più vuota (gli studenti lituani sono scappati tutti, quelli stranieri ormai anche) rimane il tempo delle conclusioni con i compagni di viaggio migliori, quelli rimasti (tranne uno).

Giovanni. Prototipo dell’emiliano cazzaro, ha incrociato la mia strada piuttosto tardi ma imboccando un vicolo senza fine che si è concluso in un mese di pericolosissima convivenza. Componente irrinunciabile di una festa.

Arno. Impossibile tracciare un profilo di Arno, francese del sud di passaporto ma nomade di fatto. Impossibile stare con lui un giorno senza annoiarsi, nonostante sia necessario essere pronti alle cose più assurde (Do you know? I decided. Next year I’ll study in Uganda.” “Do you know? I found my love. I’ll marry this girl.” “I wash dishes without water if not white bear will die.”). Premio oscar dell’open-mind e dell’assurdo, è stato il compagno perfetto di tutti i miei viaggi, soprattutto del più lungo, quello che mi ha fatto capire che sicuramente prima o poi ci sarà un seguito.

Paolo. Un fenomeno interessante di come un Erasmus cambi le persone. Una di quelle persone che in Italia difficilmente avrei conosciuto, troppe differenze tra di noi per avvicinarsi. E invece. E invece il corso dei giorni insieme in giro per l’est Europa mi ha fatto conoscere una delle persone più intelligenti che abbia mai incontrato, mentre quello delle notti ci ha portato a raggiungere insieme le stesse conclusioni, su proiezioni spaziotemporali future che saranno sicuramente in direzione-oriente…

Grazie. Non penserò mai, davvero, che tutte le notti e i giorni buttati tra Svyturys e assurdità non abbiano avuto un qualche senso. Mai.

Ultime immersioni di follia


26 Giu

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Batterista metronomo, elegante bassista nera, coriste impressionanti, pianista extraterrestre, mitico organo Hammond, chitarra alla Steve Vai, e poi lui: Joe Cocker. Il concerto di venerdì alla Utenos Arena di Vilnius è probabilmente stato il più impressionante che abbia mai visto in mia vita, almeno sul livello puramente tecnico. Chain of Fool travolgeva. Unchain my heart in versione veloce sorprendeva. You are so beautiful commuoveva. Un mito della musica.

La notte e la musica non morivano lì. In perfetto stile botellones españoles, Vilnius ha regalato 40 manifestazioni artistiche disperse tra i suoi angoli più disparati. Tra spettacoli laser e concerti all’aperto, capitava di ritrovarsi alle 8 del mattino a continuare a ballare in strada mentre la gente iniziava a lavorare.

Odio le macchine a cambio automatico.

Il filo che regge la Lituania lega Vilnius a Klaipeda. Normale quindi ritrovarsi con il tutto ancora in corpo in riva al mare, dopo poche ore. Cullati ancora una volta fino all’inverosimile tra l’ospitalità che si nasconde sotto la dura patina lituana e i viaggi mentali tra amici. Tra discoteche assurde e luoghi sacri pagani.

Nida è il gioiello di questo paese. Inevitabile ritornarci ancora una volta. Insensato mix di luoghi fuoriluogo, calma e tranquillità, e famiglie di cinghiali che attraversano la strada vicino a te. Nida può portarti in paradiso nelle sue 3 ore di tramonto e rispedirti nell’inferno di notte. Inferno che si materializza sottoforma di improbabili accademie di arte, professori di alcolismo e locali che si aprono per te. Per poi ritrovarsi a mangiare le ultime briciole della notte in uno yacht.
Trasportati dal vento di Nida.

Riporto la perla del weekend di Paolo: “Che senso ha l’Italia?”

Non voglio tornare. Non riesco nemmeno bene a capire se si tratta di “tornare” o “partire“.

Il giorno dello Zenith


22 Giu

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Il giorno più lungo dell’anno.

Mezzanotte non completamente scura e giorno che nasce dalle finestre dei locali. Tra le 3 e le 4: Mi si toglie la possibilità di vivere la notte, il momento più bello.

In Lituania si festeggia, non si lavora, celebrazioni di qua e di là. Figlie di quei tempi pagani che sono radicati nella storia di questo Paese.

Saturday night in Alytus


17 Giu

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Tempi di sensazioni forti, le ultime.

Logico quindi che si decida di chiamare amici lituani ed andare ad Alytus, 60 km più in lá di Kaunas tra pini e nulla, per la due giorni di festa del paese. Meno logico ritrovarsi poi alla mattina a Vilnius, e tornare a Kaunas alle 10, ma quella è un’altra storia.

Il primo passo che deve compiere l’avventuroso esploratore delle terre di Alytus è, ovviamente, trovare compari adatti. Che, nel caso, “adatto” significa il più grosso possibile: le cittadine minori della Lituania sono rinomate per la loro dedizione agli sport fisici, senza esclusione di colpa, e “lo straniero” viene visto come un interessante preda per tenersi in forma. Peccato non avere una foto del “compare adatto” che è saltato fuori tra amici di amici, semplicemente indescrivibile, dotato anche di simpatici armi di difesa personale sotto il sedile della macchina non propriamente legali.

Effettivamente l’atmosfera di Alytus si è rivelata di Real Lithuania. Band e DJ si alternavano sul palco proponendo le 10 canzoni che hanno caratterizzato il mio anno qua. Risse che scoppiavano in mezzo alla folla di famiglie e bambini. Ragazze di ogni età totalmente lontane dall’uso della lingua inglese (caratteristica rara, da queste parti). E, di conseguenza, Baltic Man che si calava in notevoli discussioni in lituano di cui riusciva a comprendere solo un 20 %…

Il vero centro dell’underground lituano. Quello che il turista di Vilnius non potrà mai vedere.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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