Archive for ottobre, 2009

L’uomo e il mito


06 Ott

Non posso scrivere di quel giorno che. Dei miei piedi nudi sul pavimento rosso, dei cocci di vetro sul pavimento, del profumo di saliva sulle labbra. Ascoltando Philiph Roth come fosse un amico fuori di testa, profonda stima e gratitudine per quello che dice, per come lo dice, ma soprattutto perché dice. C’è ancora profumo di te nell’alveare di questa stanza. C’è anche profumo di mare e di platanos fritti, eppure è il profumo di te a rimanere incollato alle lenzuola, ai vestiti, alle labbra, al frigo gigante, alle scarpe e alla tenda tra il bagno e la stanza, nonostante le finestre senza vetri e la brisa delle sette di sera. Una tenue linea opaca non mi permette di focalizzare perfettamente i colori, e dove non vedo, immagino, disegno, incollo. O perlomeno, credo di. Di produrre arte, martellando tasti neri che non scorrono. Inseguire un’idea, perdersi in una parola, ritrovarsi in una lingua parallela, respirare musica, lanciarsi nel vuoto e terminare in un clic.

A donde?


05 Ott

Perdiamoci, e nada màs. Giù in direzione dell’acqua verso un sud che prima o poi ci fermerà, giù tra le empanadas e le arepas, tra i taxi e vecchi bus, moto, frutta, i carri dei basureros, le camionette texane dei ricchi di zona-nord, il negozio dei mariachi e l’ambulante venditore di mangos. Un’immersione totale nella relatività degli universi circostanti, se è così facile prendere un aereo e inventarsi un nuovo mondo. Ovviamente, un bonus riservato solo ai possessori di un idoneo passaporto. Parole di cui ho sempre ignorato il significato. Come “leadership”, “competitività”, “spirito di gruppo”. Balle. Servono per nascondere dietro una finta maschera terminologie più complesse, tipo “fuga: voglia di” con tutto ciò che fuggire realmente comporta; sono stati scritti interessanti libri sull’argomento. Parole che servono solo per mangiare, e nutrono comunque meno di una braciolata tra amici. Dall’alto di un marciapiede a scalini del Parque Metropolitano, il mondo è un algoritmo di combinazioni possibili, potenzialmente illimitati, e l’uomo, una pedina verde nel grande labirinto. Paradossalmente curioso come sia generalmente limitata la percezione di un possibile schema alternativo, un altro vivere (e non un’altra vita) nuove verità, una nuova password sul computer della biblioteca. Il cambio. L’illusione.

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Gringos a Malambo


01 Ott

uribe

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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