Archive for the ‘Stagioni’ Category

Borja da Valencia


14 Giu

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E se ne e’ andato anche lui.

Borja l’avevo trovato subito, nella prima festa della prima notte quando ancora tutto quello che conoscevo qua si chiamava “dormitorio”. E da subito e’ stata sintonia, e non solo perche’ eravamo praticamente gli unici due a ignorare l’inglese.

Sono passati i giorni, le settimane, i mesi, tanti, tantissimi viaggi tutti uno diverso dall’altro, e’ stato lo sconosciuto andare verso Klaipeda da Karim ed e’ stata la romanzesca immersione in Bielorussia, e’ stato il ritrovarsi invernale a Cracovia ed e’ stato il delirio di Kiev. O quello di Riga.

Non e’ stata Asia. Un qualcosa che ancora mi sfugge l’ha fermato nel sospiro prima della partenza, con i biglietti in mano e la voglia altissima.

Sono state tantissime discussioni, tantissime cose che ho imparato su cose politiche prima d’ora a me lontane, che il Borja mi insegnava mentre mi insegnava lo spagnolo, di cui Borja vive e probabilmente vivra’. Discussioni davanti a milioni di birre diverse, o seduti su autobus di epoche migliori o in bettolaccie di periferia sotto la neve di Varsavia, il copione non cambiava e rappresenta adesso una delle cose piu belle da portarsi dietro nella valigia. Tutte cose non da poco.

Un qualcosa che e’ diventato veramente forte, condiviso con pochi altri qua a Kaunas, qualcosa che adesso viene a mancare e lascia quella sensazione di vuoto perche’ racchiude cose finite.

Ma che non lascia tracce d’amaro, aver incontrato Borja ha solamente regalato a me e a tutti un qualcosa di importante, qualcosa che si cerchera’ di avere sicuramente in futuro.

Tenimos que encontrarnos un milion de vezes encora, cabron. Y asi’ sera’.

Adios Cabronazo


31 Mag

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El estrano sentimiento de añoranza (se dice asi’?!?). Añoranza porque’ al final un mes fue’ muy poco, porque’ fue’ solamente Kaunas y no viajar, porque’ ahora en la casa falta algo de madrileno y no es el Jamon Serrano.

Ya te lo he dicho, esto no fue’ que el comienzo. Y donde sera la continuacion, “nosotros os cagamos”. Pero, mas claro que l’agua, sera un otra vez. Porque tu eres el mas guay en el mundo.

Sospeso tra due mondi


11 Mag

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Da una parte c’e’ l’evanescente universo di quello che e’ oggi. E cioe’ una vita fatta di programmi con scadenza oraria, di ritmi e velocita’ diametralmente opposte alla luce del giorno e della notte, di Lituania che diventa verde e calda, ancora piu calda, troppo piu’ calda per riuscire a come andarsene. Fatta di chorizo spagnolo e autobus, di pizze con la salsa assurda, di giochi e intrighi degni del Decameron, di viaggi mentali tentati in altre lingue. Tra follia e poesia. Di amici e facce (tante facce), universita’ di cioccolato e frutta candita, colazioni a Svyturys e tarallucci, litas e centesimi di litas, mondi immensi che spariscono all’alba.

Dell’altro mondo, quello lontano ma sempre piu vicino, che chiama. Appare nelle lucine arancioni nella parte bassa di uno schermo, sottoforma di relazioni faccia a faccia via Skype. Nelle mail degli amici, in quelle dei non-amici ma vanno lette lo stesso, nei calendari alle pagine “luglio-agosto-eccetera”. Nei vari “ti aspetto”, “quando torni”, “il 28 luglio ci sarebbe…”. Nelle case da affittare e lavori da trovare. Nell’accorgersi che se ne fa anche volentieri a meno di tutto, almeno di tutto tranne che degli amici.

Non e’ una bella condizione l’essere sospeso tra due mondi, ma ha i suoi lati positivi. Permette di giocare, di avere una via di fuga, di immaginare e distruggere cocktail. Di mischiarli tra loro, o di crearne un terzo.

Aprile ad Est


29 Apr

Sono i giorni piu’ confusi, quelli che ricoprono tutto di una patina agrodolce con un incredibile potere di alterare i sapori, quelli che tracciano confini troppo difficili da definire. I giorni finali.

Risplende finalmente il sole su Nevsky Prospekt, per gli ultimi passi a 3 di un mese esatto di cammino, lasciando il tempo a riflessioni e paranoie confuse con i neuroni inebriati di strade, cose assurde viste e fatte, posti virtuali, Asia, persone incontrate vissute e salutate, tutto. I neuroni inebriati di tutto.

Intorno, dappertutto, il grandioso scenario di San Pietroburgo, citta’ giovane e pericolosamente bella, base di sviluppo di progetti per viverla ancora in un futuro lontano che scavalcano la linea tra fantascienza e realta’, con inevitabili ricordi futuri dei tempi attuali, piu concreti, vissuti sotto il guscio di una simpatica famiglia russa che travolge a colpi di cibo, drink e ospitalita’… degna sigla finale del Maestro.

Tempo di tornare indietro, di salutare il profondo Est e il mondo sotterraneo che ne disegna l’irresistibile fascino e tornare verso il punto interrogativo lituano, con una tappa tra i casini di Tallinn perche’ no, ma comunque con la bussola orientata, per la prima volta, verso una direzione precisa. Almeno geograficamente.

Tempo di riprendere l’autobus che aveva lasciato universita’ e responsabilita’ (minimali, ma comunque c’erano) dietro il finestrino, senza sapere come la metamorfosi del tempo avra’ trasformato tutto…

Tempo, non il primo ma nemmeno l’ultimo, di salutare il compare storico di tutti i viaggi piu belli, per progressione logica quindi il compare dei giorni piu’ belli, per prendere ancora una volta vie diverse che porteranno inevitabilmente allo stesso obiettivo, a studiare cioe’ un altro modo per intersecarsi un’altra volta, in quale angolo di globo non ha di per se’ importanza. Basta un punto d’appoggio, una bottiglia di birra e un’eliminazione totale di qualsiasi filtro per creare milioni di parole che riescono a dare un senso anche alla citta’ piu’ grigia di qualsiasi mondo.

Ho dato un’occhiata alla roba accumulata per l’intera area della stanza prima, come magliette libri di Mao incensi monete Kamasutra di ossa di cammello mongolo manifesti di propaganda te’ del deserto libri e altre assurdita’ che si sono aggiunte durante il cammino riusciranno a entrarci dentro proprio non riesco a immaginarlo. Ho dato un’occhiata alle centinaia di foto moltiplicate per tre, ai nastri della telecamera e l’impressione e’ stata buona.

Tutto il resto, tutto quello che conta veramente, non si esprime in materia o parole ma e’ la vera essenza di questo Aprile ad Est.

On the road again


10 Apr

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Look like the moment. It look like. Tomorrow, probably, China it’ll be already the past, a piece in the big puzzle of the mind.

It’ll be an autobus, a border far away by the world, police man again for try to get visa, a night spent under the sky somewhere, another country.

It’ll be the end of one dream, and in the same moment the starting of another one, with the incredible partnership of reality. The most strange dream.

Mongolia, finally we’re coming.

Skating on the city


02 Feb

Già da qualche giorno ormai a Kaunas c’è un nuovo suolo cittadino, che ha completamente sostituito asfalto e mattonelle varie: il ghiaccio.
Lo sport nazionale qua pare essere diventato, quindi, il pattinaggio, anche se di artistico c’è ben poco. Uomini e donne, vecchi e bambini, che se ne vanno in giro a passi stentati, e una presa per il culo costante perchè costantemente qualcuno va pericolosamente vicino alla caduta.
Non ho ancora capito se costerebbe così tanto buttare un po’ di sale ogni tanto, quantomeno nel centro pedonale, quantomeno in Laisvès Aleja. Per fortuna, almeno, la Lithuania è piatta.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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