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I cinesi sulla Luna


04 Gen

I cinesi sono arrivati sulla Luna
risalendo una scala di plastica raggiungeranno anche il Sole
e da lassù vedranno un mondo
vedranno un mondo in cui ancora si muore.

Nel frattempo
qui d’inverno si rimaneva sotto le coperte.
E le coperte pesavano a fumo, a stanza chiusa ed a gelo.

La gente di qui girava sigarette con foglie di noce per aver qualcosa da fare.
“Guarda qui. C’è il segno di mille zolfanelli rimasto qui, scavato nel legno”.

E respiravano fumo, stanza chiusa e gelo.
Respiravano l’inverno delle cose vere.

I flussi dell’aria, la trasformazione del caldo che si spegne.
Sentivano freddo, vedevano pace e tridimensionalità che prima non c’erano.
La luce della Luna, senza i cinesi addosso, che riflette il bianco della prima neve.

Gli uomini e le donne che abitavano qui vedevano le cose da una prospettiva diversa
in ogni metro un messaggio,
in ogni segno una scia.
Tutto era linguaggio e veniva da lontano,
veniva dal volo degli uccelli, ed era ‘Presagio di cosa futura’.

Così gli uomini e le donne che abitavano qua uscivano di casa e potevano respirare.
Gli spazi aperti. La dimensione del nulla.
Nessun segno umano sul territorio,
nessun cinese ad infestare la Luna.

Un unico segno umano sul territorio:
è un sentiero, una strada.
Non mi serve nient’altro.
Voglio tutto quel che c’è.

 

 

War is over…


24 Dic

Ai disperati e agli allucinati, alle maschere di terracotta, a chi ci crede e mangia panettone e certezze, a chi non ci crede e beve dubbi e champagne, alle puttane di Avenida Jimenez, ai pini sacrificati al rito, a quei bambini di strada a Buenaventura, a quell’obeso rosso della cocacola, ad Alexander Lukashenko che mi fissa da dietro al computer, al Reparto Caldaie dell’inferno, ai milioni di disoccupati e agli occupati socialmente dannosi, a quel tipo che non è arrivato a Sydney per sessanta miglia, a quelle quarantamila specie animali che stanno scomparendo, a Paolo Villaggio, ai trentamila mototaxisti che mi hanno scarrozzato quest’anno, ai pagani cui rubarono la festa 2008 anni fa, a chi è nella merda fino al collo, a Enzo Jannacci, ai megalomani incalliti, ai fumatori di ossigeno, a quel grande che tirò le scarpe a bush, alle famiglie a cui manca un pezzo, ai cassintegrati della Lapponia un augurio di buona illusione natalizia, e non incazzatevi se è solo un’illusione.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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