Sul treno.
Sale un tipo con gli occhiali scuri (nevica), gli abiti scuri, il cappotto scuro, e anche la pelle scura (questo è un dettaglio interessante).
Non c’è posto a sedere, rimane in piedi.
Mima una telefonata, non credo che telefoni veramente.
“Sì, camerata. Ci vediamo davanti alla casa di quegli schifosi, camerata. Ho portato anche il libro su quei bastardi ebrei, camerata. E’ sempre il solito discorso, il solito problema con i sionisti, camerata. Ho letto anche quello che avevi detto di leggere su Benedetto Croce, camerata. E’ giunto il momento di fare qualcosa, Monti è uno di quelli, è un amico dei sionisti, camerata. Ma ne parliamo più tardi. Heil, camerata [con annesso gesto del braccio]. Onore e rispetto. A dopoâ€.
La gente solleva gli occhi, qualcuno ascolta. Qualcun altro continua a leggere “Alla fine di un giorno noiosoâ€, di Massimo Carlotto. Io smetto di scrivere questo testo e inizio a scrivere questo testo. Il nazista meticcio probabilmente non sta telefonando veramente, probabilmente c’è qualcuno con una telecamera nascosta che sta filmando la scena e le reazioni – o le non-reazioni – della gente.
Ecco, sì, dev’essere così.
Non sta telefonando veramente.
Dev’esserci qualcuno con una telecamera nascosta che sta filmando la scena e le reazioni – o le non reazioni – della gente.