Di Sarayacu si era già parlato.
Nel frattempo, niente è cambiato: la Comunità continua la sua “resistenza partecipata” difesa dallo spazio naturale della forestamazzonica, mentre il mondo di fuori impazzisce ma tenacemente si afferra al suo equilibrio precario.
La novità , piuttosto, è un processo di “digitalizzazione della memoria storica” che i Sarayacu hanno deciso di intraprendere, per partecipare sempre più attivamente, insieme all’universo dei popoli nativi americani di cui sono parte integrante, alla costruzione di un mondo e di un modo di vivere il mondo diverso da quello imposto dalla cultura dominante. Ed è una bella notizia.
Per i prossimi giorni, quindi, “noi” (dove per noi si intende un gruppo omogeneo disperso tra il parallelo tre, Torino e Kabul) seguiremo questo processo con videocamera e buona energia, e poi qualcosa succederà . O forse no.