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Grammatiche liquide


08 Ago

Refugio

Il sesso come un linguaggio.
O meglio:
come la sublimazione del linguaggio
come un discorso che cambia forma, per diventare il suo stesso contenuto.

Quando io e te affondiamo in quell’oscurità umida in cui tutto diventa
un’osmosi
ci stiamo dicendo molto di più di quanto non abbiano fatto le parole
che ci hanno portati fin lì.

Sulla mia pelle si sciolgono le tue paure e il tuo desiderio
tra le tue cosce stringi tutto quel che non avrei mai avuto il coraggio di dirti.

L’abbandono nei sensi diventa una confessione
una promessa
diventa semplicemente un sinonimo del nostro essere più nascosto
[che proprio per questo, non ha nome].

E ogni tuo movimento è una parola
ogni mia spinta, un verbo
e il soggetto è sempre e comunque un’unica coniugazione
un “noi”.

E’ per questo che il sesso fine a se stesso lascia un certo asciutto in bocca.
E’ come ritrovarsi, in due, al tavolino del bar
ad aspettare che la cameriera arrivi col blocknotes
e non aver già più nulla da dire.

Ed è per questo che il sesso convertito in routine ha lo stesso sapore
di quei dialoghi portati avanti
solo
per distruggere
il silenzio.
Quei dialoghi in cui si sa già la parola dell’altro
[e per questo non ci si presta più attenzione].

E’ un linguaggio, il sesso.
Buono per gli insulti, per le divagazioni, per le confessioni, per le poesie.

Basta aver qualcosa da dire.

Io di Miami non conoscendo Crava avrei pensato di vedere il mondo


03 Giu

Sono nato in un posto dove la gente dichiarava morte le persone in coma: avevano fretta di andare al funerale. Le attivita’ di svago dopotutto erano quelle che erano ed ogni avvenimento era buono per rompere la routine delle stagioni. Anche le stagioni erano una via di fuga, una sceneggiatura a quattro lati che ruotava su se’ stessa fino a quando sarebbe calato il sipario. Poi vennero le droghe, in dose massiccia e a massicce dosi, tante droghe per tutti i gusti nella Nuova Societa’ della Libera Scelta, un cono con eroina ed anfetamine di guerra per me ed una coppetta di soli acidi per la mia ragazza, se ci puo’ mettere un po’ di panna montata sopra per favore. Alla ragazza, dico. Che presero due piccioni con una pera, perche’ fornivano un’attivita’ di svago alternativa alla popolazione incrementando ineluttabilmente la frequenza dei funerali, finche’ imprevedibilmente la frenesia dei nuovi usi entro’ nella sua fase di naturale recessione.
Erano giunti i tempi dell’ozio, la gente si riuniva in veri e propri “movimenti per l’ozio” poi sostituiti in “progetti di ozio” per il terrore che la parola “movimento” ispirava nei facinorosi al contrario, un ozio condiviso ed uno zio condiviso con Thomas Elliot Erika Pitsillides e Gianni Mina’, e tutti quei razzisti d’avanguardia che odiavano i bianchi, milioni di razzisti con le camicie verdi al contrario, perche’ essere originali divenne una priorita’ e la Febbre dei Lama aveva contagiato il mondo capovolto, nonostante il vaccino Avast -poi sostituito con Atsizzar – dell’Azienda Sanitaria Locale. Innumerevoli code di bambine e bambini tra i cinque ed i dieci anni, le bimbe col grembiule e i bambini con la maglietta di Che Guevara, niente di originale quel suo nome da guerrigliero della pampa, se fosse nato a Genova si sarebbe chiamato Belin Guevara con buona pace del merchandising cinese, e di tutti i semiologi dell’assurdo.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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