Posts Tagged ‘Medellin’

Come un regalo di ventisempre


13 Ago

Succo d’arancia e benzina per le prime luci sul Tropico.
Le strade sono pulite, gli uccelli cantano tra le fronde, le moto passano lente verso il desayuno.
La signora della frutta, Regina delle Vespe, parla gentile e chiede che ci fai qui.

Che ci faccio qui, ora e soltanto ora, o nell’abbraccio sfocato di un più impalpabile Sempre?
È uno sfolgorante viaggio da quel primo febbraio duemilaotto ad oggi, una progressione regressione un girar sempre intorno a lo mismo.
I miei abiti sono cambiati e sono sempre gli stessi, e per dire qualcosa alla Regina delle Vespe vorrei saper scrivere come Louis Charles Adelai de la¯de de Chamisso de Boncourt, che per parlar di sé un giorno scrisse: “Sono un francese in Germania e un tedesco in Francia, un cattolico tra i protestanti e un protestante tra i cattolici, un filosofo tra i credenti e un uomo di mondo tra gli scienziati, un pedante tra la gente di mondo, un giacobino tra gli aristocratici e un nobile tra i democratici, non appartengo a nessuno e sono ovunque uno straniero, volevo abbracciare tutto e tutto mi sfugge”.

Volevo abbracciare tutto e tutto mi sfugge.
La Regina delle Vespe ha un bel sorriso e un bel nome, si chiama Zafira.
È un nome gitano, nome d’oriente, perché sua madre e suo padre, con tutti i cugini le carovane e gli zii, arrivavano dall’Alessandria d’Egitto.
Poi una famiglia del posto, i migliori amici dei suoi genitori, gli portarono via la figlia mentre loro stavano in tournée per il Paese.

Ogni cosa è al contrario, ogni cosa è al suo posto.
Camminar soli equivale a portarsi dietro il peso di tutti gli altri, equivale a capire che forse non sono gli zingari a rapire i bambini degli altri, ma l’esatto revés. Volevo abbracciare tutto ma tutto mi sfugge, signora Zafira.

“Cosa vuole farci, quei signori avevano tre figli maschi ma nessuna femmina, ed evidentemente volevano a tutti i costi una femmina”.
Così la signora dei succhi schiaccia arance e mi dice, Yo soy la Reina de las abejas, vespe e api lì intorno, e io sono di nuovo qui, giacobino tra gli aristocratici, nobile tra i proletari, e le moto passano lente verso il desayuno.

Verde Viola


10 Lug

Una scritta su un muro a Medellìn diceva più o meno così: “No puede entender el mundo quien no aprendiò a conocer su tierra”.

Viola Fraz. Castello, settanta abitanti. Valle Mongia, Cuneo.

Metrospiritualita’


13 Giu

Creata dal suddetto ospite, cio\' appare in forma gigante nella sua stanza da letto.

Da troppo tempo mancavo in una grande citta’. A questo penso mentre un’orda di cinesi giaccacravattati esce da un pub irlandese e mi passa accanto. Banale dire che Barranquilla o Medellin hanno i loro grandi numeri: in Sud America non e’ la massa urbana a definire la grandezza di una metropoli. Nemmeno in questo, la massa degli “invisibili” che popola i sobborghi ha il suo peso, mangiare-bere-dormire-sopravvivere non sviluppa economie e allora anche Barranquilla coi suoi due milioni di anime diventa un paesello.

E invece, finalmente, eccomi incasinato tra codici di bus e polveri sottili (e comunque decisamente piu’ spesse di quelle europee, molti mezzi qua vanno a carbone). Eccomi perso a vagare nell’oblio comprando amache e un libro a 1000 pesos, 0.30 cents, “Plan y beneficio en la economia sovietica”, chiaro e lampante che mai lo leggero’. Ritrovo le lampadine accese anche al martedi’, utopie metropolitane che animano e smuovono i sonnambuli 7 giorni (notti) su 7. Mi invitano a mangiar robe diverse, con genti diverse, tra le altre la direttrice di Semana.com. Respiro nell’aria, oltre alle polveri sottili, il fermento politico che tanto manca sulla costa, l’elettrico aere che POTREBBE preannunciare grandi novita’.

E poi, una presenza fissa. Una serie di personaggi che, inspiegabilmente, incontro costantemente nelle capitali del mondo. I “metrosessuali”, un’entita’ indefinibile prima di tutto a loro stessi, un mix di newslangcool e disordinata pazzia che ancora una volta mi ospitano nelle loro allegre case profumate d’illogismi. I metrosessuali. Como le metropolitane, i metronotte e i metrologismi.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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