Archive for the ‘Musica’ Category

Manualità musicali


27 Nov

Quest’uomo è un genio.

Non solo per cosa fa, ma anche perchè lo fa con quella faccia.

Crazy Arenas


07 Nov

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Dolce ritorno nelle arene del basket, seggiolini strapieni e tasso alcolico a mille, nella Siauliu Arena e’ arrivato lo Zalgiris Kaunas. Facce rosse su sciarpe biancoverdi, tremende trombette e keptaduona, lo show e’ completo. Chissa’ cosa succedera’ nel 2011 da queste parti, quando la Lituania ospitera’ gli Europei di Basket.

Occhi sgranati negli intervalli, quando gli speakers e i maxischermi pubblicizzano l’imminente arrivo del Toto Cutugno in quel di Siauliai: biglietto a 100 litas, che in euri sono 29, si preannuncia l’arena al completo. Parlo con una signora che sicuramente ci andra’, “senza marito e con tutte le amiche” impeccabilmente imbellettate, cercando di spiegarle che saranno 20 anni che il bel Toto non scrive una mezza canzone. “Ma io tanto ci vado per ascoltare quelle vecchie, di quando ero giovane”. Touche’. Lentamente comprendo come sopravvivono nei tristi giorni nostrani gli Italiani veri di una volta.

“Radio Tirana trasmette…”


29 Ott

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Jazz in diretta dall’Australia, classics rock from London, robe strane dai network africani e ridicoli bass and drums dall’est Europa.

La rete aiuta il zapping cantato anni fa da Battiato, con biblioteche di link come Surfmusik.de, catalogo veramente rappresentativo di ogni singolo continente, dove ci si può connettere alle trasmissioni in diretta logicamente gratis.

Senza dover ascoltar le pubblicità.

Postcards


27 Ott

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Strade pianeggianti a prospettiva infinita, coperte da coriandoli di foglie ingiallite che spezzano la bicromia di verde e di grigio. Foreste fittissime di betulle si interscambiano a laghi e paludi, non-luoghi misteriosi, fino a quando un grigio avamposto di cittadella sovietica non interrompe tutto col fumo immaginario di una ciminiera ormai spenta.

Nelle anonime periferie si accumulano le solite facce, stravaganze nei vestiti accompagnate da coiffures audaci e perfette, le mille botteghe artefici dell’ardita parrucca si contendono la piazza con i soliti megamarkets, mentre il traffico del tramonto scivola via verso la massa agghiacciante di palazzoni in sequenza numerica laggiu’ sullo sfondo.

Tavola imbandita di ogni possibile sapore. E’ il mixaggio che subiranno a incantare gli astanti, dove chicchi d’uva scivoleranno via tra frittumi e verdure scondite, fantasioso nutrirsi a ispirazione jazz, poi la birra lavera’ tutto e portera’ al prossimo banchetto.

Personaggi fantastici rubano la scena notturna. Folcloristiche rappresentazione di geniali personalita’, assurgono ai ruoli di Regali Piovuti Dal Cielo per chi li incontra e non se ne lascia spaventare. Dura tutto mezz’ora, poi l’incantesimo si rompe e bisogna scappare. Inesorabilmente.

Il Tutto fatto persona. Non semplicemente rispetto, non solo curiosita’ e nemmeno un qualche compatimento spinge a guardare i loro volti, tutti rassegnatamente freddi e scavati, costruiti intorno a due occhi azzurrissimi nei pochi metri quadri che li racchiudono. Sono personaggi destinati a sparire, eredita’ del Vecchio Mostro che poi li ha abbandonati, quasi sempre donne e quasi invisibilmente portano avanti il loro sciagurato lavoro. Nei chioschetti oscuri, o dietro i giornalieri frittumi di strada, o tra rose e garofani.

Le immagini rubate in una stazione d’autobus e quelle inimmaginabili del grounge notturno. Le tonalita’ estasiatiche dei paesaggi ad intercambio stagionale e quelle grigie da un sapore strano. Migliaia di immagini, feedbacks infiniti.

Germanerie


22 Ott

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Atmosfera stranamente elegante nel pub, questa sera. Sui quindici variegati volti mal si mascherano austere espressioni di circostanza eccessiva. Presentazione, aroma, assaggio, feedback. Degustazione di whisky, per due ore e con intermezzi culinari di gulash e Tarten la cerimonialità è massima. Scorrono comunque veloci i Magnifici Sette Single Malted, e tra un “invecchiato indiano” e un “aromato neozelandese” si arriva alla fine e le carte si scoprono, puntuali, sui mille deliri di un pub tedesco.

Rinuncio per sempre a capire la cinematografia d’oriente, nippocinese che sia. Ci ho provato ancora una volta, e ancora una volta ho capito che non andremo mai d’accordo. E poi, ma quanto sangue riesce a contenere un nippocinese??

Melodie che sanno d’incenso, racchiudono nell’oscurità dei loro timbri tutte le umide ore spese per ingranarne i meccanismi. Melodie che quando trovano la cima della canna di un organo, penetrano senza tregua alcuna tra pietre muscoli e incensi, in un travolgente finale tacitamente satanico.

Diversamente geniali e genialmente diverse sono tutte le case studentesche d.o.c., senza annotarne l’ubicazione perchè esulano comunque da qualsiasi arredo urbano circostante. Questa è popolata dalle più svariate forme di vita vegetali e cavi elettronici ovunque, e si aggira tra di essi il simpatico, bonario, enorme Knut. Rimanda a giungle peraltro mai viste.

Non esistono i controllori, sui treni della Germania. Per il semplice motivo che il biglietto tutti lo pagano, è chiaro. Ah, l’Italy…

Non si fuma più da 40 giorni, nei pub della Germania. O almeno così dice la legge, perchè poi se proprio si guarda bene la faccenda in quel tavolino laggiù qualcuno ne accende una. E anche là, vicino ai bagni. Ah, l’Italy…?

Atomkraft Nein!


20 Ott

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E’ dei pub della Germania Profonda che escono le miglior cose.

Concerto plurimo con gruppi vari, show delle sonorità più raffinate che spaziano dal power-metal all’heavy-metal, dal prog-metal al nu-metal, sonoritá metal insomma, con fiumi di birra quotata 1,70 al pezzo se si restituisce il vuoto ovviamente.

Le bands sono effettivamente brave, qualcuno di loro porta là dentro lo spirito giusto direttamente dalla Svezia o dalla Finlandia, ma il protagonista principale Re dell’atmosfera che si respira è il pubblico, caldo numeroso e soprattutto equamente distribuito, tra i 2 generi.

La palma d’oro, senza possibilità d’appello, va ovviamente alla Famigliola Locale in libera uscita, il venerdì sera: padre, madre e i due figlioli che al momento della Striscia la Notizia teutonica si saranno chiesti: “allora, scala 40 o una bella commediola americana stasera?” “ma perchè non andiamo a sfasciarci all’Atomkraft Nein???”

E così fu. Complimenti al capofamiglia dalle treccione metriche e i mille tatuaggi, e alla sua gentile consorte questa sera de-li-zio-sa nei suoi stivaloni di pelle e borchie d’acciaio. E complimenti anche ai due pargoletti, di 15 e 10 (dieci) anni, capelli angelici biondissimi stra-lunghi protagonisti perfetti dell’attività del sottopalco.

La famiglia Rossi tedesca.

Victor Wooten


17 Ott

Stà a vedere che sei uno di quelli vecchio stampo, all’antica, in qualche modo velatamente ostili alle innovazioni. Che si parli di tecnologia di sesso o di caldarroste tu la pensi così, e vai sempre sul sicuro.

Anche quando si parla di musica.

E quindi non comprendi, non metabolizzi, proprio non riesci a concepire la ribellione dei subalterni.Che diamine, da che mondo è mondo il Basso ha sempre fatto il basso, cioè quelle note (poche, per carità) di sottofondo (sottofondo, bada bene) ad altri. Se proprio vuole dialogare dialoghi con la batteria, si gestiscano la loro libertà nella sezione ritmica e finiamola lì con queste idee malsane.

E invece no. I virtuosismi sulle 4 corde possono esistere eccome, ma bada bene che non si parla solo di grooves travolgenti o giri genialmente contorti. E’ quando il basso detta la linea armonica, che inizia lo show. E la rivoluzione.

TiGiri…


24 Set

Vivo in un mondo fatto di culi e miss italie, di comici “fastisticomunisti” e di fascisti e comunisti comici. Di telegiornali patine e showbiz. E per fortuna, di internet e musica.

Tra “ascoltare” e “sentire”


13 Set

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C’è Rainbow in the dark, prodotto synth-esoterico di quella roba strana che usciva da quell’altra roba strana che erano gli anni ’80: voci graffiate al cielo sparate da capelli rigorosamente lunghi, tastiere dai riff improbabili e quasi sempre elementari ma proprio per questo geniali, presenze sceniche al limite dei limiti ma intuizioni rock, quelle intuizioni rock, putroppo rimaste per sempre laggiù, negli anni Ottanta.

C’è Michele Salvemini alias Caparezza, uno dei pochi Artisti che riescano a bucare la Prime Line musicale italiana; paroliere da capogiro che ultimamente ha mantenuto fede alle sue parole (“più Stratocaster e meno Dj”) per la sua musica. Impressionanti le rime di molti suoi testi, si consiglia ai non aggiornati di provvedere subito, incominciando da qui.

C’è una rock-band, che vidi per la prima volta anni luce fa, quando in Italia non li conosceva nessuno. Adesso, che tutto il mondo parla di loro e che hanno inaugurato lo stadio di Wembley, mi consolo riascoltando chicche preziose di queste tre genialità poliedriche contemporanee.

Ci sono tre ragazzi morti, e per di più allegri, che da Pordenone girano l’Italia da un decennio in furgoncino, larve attivissime di quello straordinario mondo che è l’underground. Uomo non trascurabile “El senor Tofo”, non solo cantante non solo chitarrista ma soprattutto pregevole fumettista.

Ci sono gruppi come i Rage Against The Machine,  precursori di una rivoluzione della “sezione ritmica” che ha ispirato poi molti altri, e che ancora adesso esprimono “ancora di più“.

C’è Elio con le sue Storie Tese, un qualcosa d’inesprimibile, non solo anarchia totale nelle parole ma anche perfetti esecutori. Il meglio disponibile nella Terra dei Cachi.

Ci sarà per sempre James Brown, con tutto il suo esercito di musicanti neri, gente veramente diversa, ma diversa da ogni altro musicista. Energia delirio armonia individualità.

C’è Sergio Cammariere, e cioè dove tutta una musica e una voce chiudono il loro ciclo, fondendosi in mondi astratti immensi dove le regole non esistono più…

C’erano, ci sono e ci saranno per sempre i Toto, dove nemmeno la scomparsa di un Metronomo Umano come Jeff Porcaro ha potuto fermare il clock: Quattro colpi di bacchetta magica ed è Simon Phillips.

Ci sono, camaleontici, GiovanniLindoFerretti e i suoi mille progetti musicali, espressione di una notevole capacità di rinnovamento e cambi drastici (sonori e ideologici) che fanno dei CCCP-CSI-PGR un termometro sempre attivo della situazione musicale italiano.

Ci sono loro e ce ne sono a migliaia anche di altri, tra il classico e le avanguardie, tra gli amplificatori e gli ottoni, tra gli elettronici e i percussionisti. Possibile che radio e televisioni varie debbano trasmettere Meneguzzi Timberleik Pezzali Imbruglia e, soprattutto, quella degli ombrelli??

Al Mongioie non si dorme


30 Lug

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Tantissimi occhi che ballano godono brillano.

Massa uniforme, corpo unico che si muove impazzito per 5 ore.

Vibrazioni di vita che salgono dal legno sotto i piedi fino al cuore, o da quelle parti.

Undici persone diverse in mistica perfetta intesa. Armonica. Ritmica. Totale.

Suono genuino del meccanico naturale in fusione con suono distorto dell’elettrico artificiale.

Rythm and blues. Funky and Rock.

1600 metri sul livello del mare scaldati di un calore tropicale.

Tante, tantissime persone. E tutte bellissime.

Ritrovarsi a suonare è un brivido. Farlo al Mongioie, di più.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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