Sale dal mare ed entra nei vicoli, in quelle pietre umide accatastate da secoli impregnate di quel sapore che l’evolversi del tempo non riesce a scrostare. Vive e si sposta in spazi angusti, passando sotto le gonne leggere di signore di strada e cartoline di mondo viventi. Resiste in quelle viuzze assurde, tra piscio e batticuore, che l’hanno visto vivere e che lui ha saputo far vivere ancora, per sempre.
Si ferma, leggendario, in un negozio di Via del Campo diventato ormai museo, dove romantici appassionati balordi e musicisti non smettono di arrivare, in processione, a riempirsi di un immortale Fabrizio De André.