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Amazonia 2.0


18 Set

Il nostro documentario “Amazonia 2.0” ha vinto il primo premio (sezione “Amerindia”) all’EtnoFilm Festival di Monselice (Pd):

Per lo sguardo sensibile con cui viene narrata la realtà di un luogo nella selva amazzonica ecuadoregna che, attraverso la forza collettiva degli abitanti, si riscatta nella trasformazione di vecchie utopie in nuove opportunità. Un vero messaggio di speranza che travalica i confini geografici.

Tornano in mente le energie spese, i km accumulati per spingere una barca nel fiume, per tirar giù un aereo dal cielo – l’aereo che dovrebbe riportarti a casa -, per raggiungere, avanti e indietro e avanti e indietro ancora, uno studio di montaggio 102 dodici stazioni più in là, i km a piedi dietro a chi ancora vive il territorio a passo d’animale.

Tutto ha avuto un senso, ma si sapeva già prima.

La piccola storia raccolta a Sarayaku si inserisce nell’album immaginario di centomila vicende sentite e mai reinterpretate, nella collezione di capolavori e controversie che ogni giorno accompagnano il viaggio tra i propri simili. Esci di casa e fai parte del film, sei un pezzo di storia nella storia della storia. Sarayaku, Sarayaku… Sarayaku è lontana, i nomi di chi ci abita significano “suono di selva” o “aquila del mattino”, e nessuno di loro ha la lettera “e” e la lettera “o” [l’alfabeto kichwa non le contempla]. Ma la storia che a Sarayaku si racconta è la Storia di sempre, ed è un discorso fatto di tentativi, capriole, intuizioni e coraggio.

Perchè raccontarla?
Per noia.
Per privilegio.
Perchè è vera.
Perchè in quei giorni un aereo non arrivava.

Come raccontarla?
Con tentativi.
Capriole.
Qualche intuizione.
Un minimo di coraggio, e anche un po’ di codardia.

[il film è costato poco, pochissimo. Due anni di lavoro e poco più. I debiti monetari, quelli ci sono ancora.
Se il discorso è l’autoproduzione, l’abbattimento delle barriere tra chi ha voglia di raccontare e chi ha voglia di ascoltare,
allora
forse
finalmente
l’Amazzonia siamo anche noi].

Tanaria über alles


05 Ago

Tutto scorre, niente muta


27 Lug

[Una gradita mail di recensione alle “Voci del Tanaro”]

finalmente visto!
un piccolo gioiellino!
ovviamente “piccolo” in quanto prezioso e raro.
L’idea e’ da subito vincente, un viaggio nel tempo e negli spazi remoti di valli in continua trasformazione attraverso il “verbum”, la parola.
“Negli stessi fiumi siamo e non siamo”, diceva eraclito, tutto scorre e allo stesso tempo non muta mai.
Il “logos”, il linguaggio appunto, ci abita ma da sempre gli uomini non hanno intelligenza. La parola sfugge, non si comprende, eppure tutte le cose accadono secondo questo linguaggio.
Si parla nello specifico di dialetto, l’idioma di pochi e di molti, e ci si perde nelle mille svariate possibilità di dire la stessa cosa.
Affascinante, sorprendente, a tratti pirandelliano come nel caso del dottore che danza e canta freneticamente.
Nella lingua si cela un mondo. Il mondo come tensione; non annula, né concilia ma lo fa essere il contrasto.

“Voce mia tua chissa’ la voce,
voce mia tua chissa’ chiamare questo…”
C.B.

-logìe


02 Lug

– Si spogli, signorina, si spogli.
Non abbia timore.
Ecco, brava, via quel passato da giustificare, da chiamare in causa sempre, quel passato da risolvere e assimilare. Può essere che un giorno le stava bene addosso, quel passato, ma all’epoca aveva un altro nome, si chiamava presente, e probabilmente non si accorgeva nemmeno di indossarlo.
Via anche quelle considerazioni ridicole sulla psicologia infallibile, i pipponi da grandi illuminati sul modo in cui questa o quella categoria di esseri umani dovrebbe ragionare, via il falso pudore di esprimersi cercando di svestire gli altri, via tutto. Se vuole coprirsi veramente, se vuole proteggersi dalle violenze degli altri, non abbia paura di provocarli, di invitarli a conoscere la sua vera pelle.
Via tutti gli orpelli, gli accessori, le chincaglierie. Non c’è bisogno di parlar troppo per dichiarare al mondo la propria frequenza d’onda, molto meglio qualche minuto di vero silenzio, o una passeggiata tra i prati, lontani dai grandi saggi.
Si tolga anche quella fascia colorata tra i capelli. Non ci deve essere niente da nascondere, niente che possa rimanere legato a un ipotetico standard. Se non si slega i capelli nessuno potrà passare le sue dita lì in mezzo, e allora non avrà senso tanta bellezza, senza la sua dimensione pratica, quotidiana. Via anche la fascia colorata, su.
– E lei, dottore?
– Io? Io non posso espormi. Senza il camice, non sarei più un dottore.

Tanaria Libera e rappresentata


11 Gen

Voci da conigliera bisbigliano di una possibile candidatura di un esponente del “Movimento per l’Indipendenza della Tanaria Libera” alle primarie di Mondovì in Movimento (MoMo).
Nonostante non esista ancora un nome certo per il possibile candidato, sono diversi i cognomi in lizza.

Punto fondamentale del programma sarà la difesa delle radici e del tronco della tradizione prototanàra di Mondovì, e proprio per rispettare questa necessità, il candidato dovrà dimostrare di risiedere da almeno 70 generazioni in Tanaria. Ad ogni modo, per incrementare il numero dei voti, saranno prese in considerazione proposte provenienti da cittadini residenti sotto i parametri del “qui” e “ora”. Per avallare la candidatura del rappresentante della Tanara Libera, verranno istituiti banchetti e baccanali lungo le strade e i fiumi di Mondovì, a scopo raccolta firme e valorizzazione del Tomaticus Tanaricus, prodotto tipico locale.

Nonostante il leader del Movimento non confermi né smentisca, la candidatura di un rappresentante si è resa necessaria per non permettere che Mondovì rimanga nelle mani dei banchieri. La Tanaria non permetterà mai che vengano messe le mani nelle tasche dei Monregalesi.
Indiscrezioni annunciano però che, qualora l’esito delle primarie non sia consono alle aspettative del Movimento, il candidato potrebbe saltellare da solo alle elezioni primaverili.

Fedeltà alla Bandiera


28 Nov

Appreso e appurato che Wikipedia pretende la parvenza di una bandiera per certificare l’esistenza di una nazione, ed avendo chiaro il principio per cui il riconoscimento effettivo di un qualcosa oggi è attribuito dalla sua relativa pagina su Wikipedia, il Coniglio Lapo approva la creazione di una bandiera biodegradabile da appendere sui balconi della cara Tanaria.  Il materiale da utilizzarsi dovrà provenire dal riciclo di vecchie bandiere (sportive, di partito, religiose, pseudonazionali), ed avrà una vita utile di giorni sessanta – comunque superiore ai parametri espressi dalle direttive comunitarie in materia.

La caducità della bandiera esprime al meglio il pensiero di un leader politico esemplare quale è Lapo, che non nasconde il suo desiderio di cambiare il vessillo a scelta di come tira il vento. Gli analisti del settore sottolineano inoltre la forte contemporaneità intrinseca nella scelta di Lapo, in quanto si inserisce in quelle dinamiche di modernità liquida che definiscono la nostra epoca come “il trionfo dell’effimero”.

Se poi si considera che i venti sono quattro, moltiplicati per le dodici lune del ciclo solare, sommati al numero di individui appassionati di combinazioni grafiche astruse, si comprende facilmente perchè il Coniglio Lapo pretenda Fedeltà alla Bandiera, a patto che ogni cittadino si crei la sua.

Ecco dunque l’onore di presentare al pubblico questo pezzo d’autore di Bandiera della Tanaria, che riprende i colori dell’autunno, e si propone di diventare il pezzo-simbolo di questa stagione ricca di disegni innovativi. Il marrone e l’arancione rappresentano gli ideali di Lapo, “terra” e “carote”. Il disegno al centro è la stilizzazione del graffito dell’Uomo di Bego, antico Prototanàro che ha inciso su una caverna dell’Alta Tanaria la prima espressione artistica del Nobile Popolo.

Lapo ha quindi le idee chiare. Questa è la bandiera definitiva. Fino a nuovo ordine.

Coming soon


08 Ott

Confluenza del Po nel Tanaro

Il luogo in cui il Po si tuffa nel Tanaro.
Riprese del film documentario “Le voci del Tanaro”.

Comunicato stampa n. 2


24 Set

Da buon politico qual è, il Coniglio Lapo, portavoce e leader del Movimento, ha subito preteso un’auto di rappresentanza. Allo stesso tempo, ha smentito ancora una volta la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni.

Il Coniglio, inoltre, accoglie con piacere tra le fila del Movimento Indipendentista per la Tanaria la nuova corrente esoterica e monregalese proposta dal Prof. Lorenzo Manassero, nella quale si sostiene che “l’ermetismo ligure si ispira alla mitica Caduta di Fetonte: il principe egizio (anche lui, dunque, un Negrone), sottratto il Carro Solare al padre, il dio Helios, sarebbe caduto sulla confluenza dell’Eridano con un altro fiume, luogo convenzionalmente identificato con Torino”.

La supremazia del Tanaro, a questo punto, appare più che mai palese, e anche per questo il Coniglio Lapo, ha proposto l’apertura di un’Ambasciata Tanàra nelle Isole Tonga; la creazione di un Governo Provvisorio di Emergenza e di Riprogrammazione Strutturale Applicata; l’istituzione del Ministero del Piacere (detto anche “della Famiglia”) e del Ministero degli Intrighi di Corte, in sostituzione del Ministero della Cultura (la gente della Tanaria travaja) e il ritorno al Tallero, per difendere l’economia Tanàra dalle speculazioni internazionali di Lira, Euro e Dollaro.

Tema centrale della protesta continua ad essere la denuncia degli atteggiamenti della gente dell’Est che negli anni Settanta ha invaso la Tanaria rubando il lavoro nella nascente industria automobilistica tanàra. Padovani, Trevigiani e Vicentini che hanno tentato di farci mangiare la loro “polenta e osei”, a scapito della tradizionale “pulenta saracena con bagna ‘d pori”.

Il Comitato per l’Indipendenza della Tanaria Libera invita inoltre la cittadinanza a sottoscrivere il referendum per l’abolizione del Porcellum, al fine di agevolare il sistema elettorale del Coniglium.

Il coniglio Lapo

Le formiche del tropico


22 Ott

Segregazioni di classe

Là dove transitano, rimane una scia sulla terra a sottolineare il loro passaggio, un sentiero visibile dalla luna, così almeno dice chi è stato lassù. Da destra verso sinistra viaggiano in scioltezza. Da sinistra verso destra, dondolano sotto il peso di un frammento di foglia dieci volte più pesante di loro, barcollano pesantemente, eppure non mollano.
Le formiche si spostano, vagano. Si sbattono. Cercano decine di metri più in là il frammento di foglia migliore, quello che non esiste, vicino al loro buco. O credono di trovarne un pezzetto migliore, più verde o più buono, la foglia migliore del mondo. O ancora, chissà, semplicemente si muovono per dare un senso alle loro sei zampe, si muovono per non pensare, si muovono perchè così ha deciso il presidente delle formiche, o si muovono per fuggire da lui.

Settembre


01 Set

…e finalmente sembri una persona seria, gli dicevano.
Tutti.
Non sapevano che, da quando si era tagliato i capelli, si drogava e beveva e scriveva sui muri esattamente come prima.
E forse anche di più.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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