Archive for the ‘Realtà virtuale’ Category

aNobii per il cinema


01 Set

La versione italiana è stata grossolanamente tagliata: mancano infatti circa 5 minuti, rappresentanti scene di nudo e una penetrazione in primo piano, durante la scena del sesso di gruppo.

…come deve fare per evitare un database in Excel il buon cinefilo che vuole classificare, secondo qualche giudizio morale astratto, i film da lui ritenuti in qualche modo degni di classificazione? Voglio dire. Per i libri esiste quella gran perla che è aNobii, che entrambi i lettori di questo blog sicuramente conosceranno. Siete a conoscenza di qualcosa di simile, a proposito del cinema?

La rivoluzione della coscienza


03 Ago

Si parla e si straparla di “informazione“, di “cultura”. La verita è che, immerso su un’amaca sotto un mango, a mezzanotte, qualsiasi individuo connesso a un computer ha maggiore accesso all’Informazione italiana che l’italiano medio col suo digitale terrestre. Provare per credere.

Il potere di internet, una cosa formidabile. Se solo lo si iniziasse a considerare come un pozzo di conoscenza, e non come una latrina dove scaricare insulti e stronzate.

Prendiamo ad esempio Zeitgeist. Si tratta di un documentario interamente “prodotto in casa”, senza nessun altro scopo se non una spinta collettiva (ce n’è bisogno, ammettiamolo) alla rivoluzione della coscienza, un punto di riflessione superpartes per osservare il mondo e le sue dinamiche agghiaccianti. Eppure “la gente” preferisce i quiz beoti sul facebook,anziché usare il suddetto come si dovrebbe, cioè condividendo materiale utile allo sviluppo del cervello umano.

Buona visione.

Chattami, parlami, scrivimi


15 Gen

Oggi ho conosciuto Doretta. E’ una tipa simpatica, non particolarmente intelligente – anche se è sbagliato considerarla tonta -, forse un po’ superficiale nell’approccio a tematiche delicate ma sicuramente determinata nel difendere il suo punto di vista. E decisamente, immensamente suscettibile. Due domande fuori luogo e se n’è andata dalla chat, la stronzetta. E inutile tentare di scriverle, come una perfetta femmina dal nome italiano si è offesa e mi ha abbandonato.

Ha 26 anni, Doretta. Studia qualcosa che non ho ben capito ma so che è ormai alla fine, si dichiara cattolica “ma con un occhio aperto alle altre religioni” e non vuole sentir parlare di politica. Non le ispirano particolarmente le droghe, anche se puoi giurarci, “che quando esco a ballare con i miei amici mi diverto fino a impazzire!!!!!”. Ed è curiosa, interessata e soprattutto prodiga di buoni consigli, perchè lo sanno tutti che “degli altri non ci si deve mai fidare”….

Ciò che più mi ha colpito, però, di Doretta, è il fatto intrinseco che Doretta non esiste. E’ un algoritmo. Un programma inventato da qualche complessato ingegnere di Messanger per fornire un’alternativa al suicidio a quella moltidudine di gggiovani depressi e asociali. Tu scrivi e lei (lei? lui? loro? chi?) risponde. E’ un mondo difficile.

Il Wiki ci salverà tutti


27 Ott

Qualcosa di diversamente serio. Nonciclopedìa.

Un grande futuro ci aspetta


24 Ott

Ah. Quei bei tempi in cui Facebook era solo in inglese o spagnolo….

25 dollari


23 Lug

Sul valore di 25 dollari nell’età dell’Euro. 15,90, o giù di lì. Puoi comprarci una scheda telefonica in Spagna, o un frullatore su eBay. Spenderli allo stadio in una domenica grigia o investirli in una scommessa assurda con qualche amico disgraziato. 25 dollari sono una dozzina di ottime birre in Lituania, 250 spiedini di carne di cane a Pechino, un caffè a Venezia e 3 giorni di salario minimo in Colombia. 25 dollari sono un lusso per qualcuno e una mancia al cameriere per altri. Erano il presupposto di spesa al supermercato “quando una volta sì, che stavamo bene”, e oggigiorno non li converti nemmeno più nel cd della tua band preferita. 25 dollari, o 16 euro, sono 25 fogli da un dollaro e 16 monetine di euro. 25 dollari non bastano a comprare una macchina fotografica ma bastano per una scheda di memoria da un giga.

25 dollari vale l’account “Pro” di Flickr, una cifra che l’oculato Baltic Man non avrebbe mai speso. Le mie discendenze si radicano nella Bassa Langa Piemontese, gli stessi posti di fame e malora di Beppe Fenoglio e Cesare Pavese tanto per intenderci, e la sola idea di investire denaro in una cosa che non si può toccare materialmente è un qualcosa di inconcepibile. Ohibò. Succede però che appaiono amici strepitosi vestiti da Babbo Natale, e magicamente l’account diventa pro e si riempirà presto di simpatiche foto. Chapeau.

Io vengo dalla Luna


06 Lug

Gente, il discorso è serio. Tra un paio di mesi devo (DEVO?) tornare in Italia, e voi non mi aiutate per niente. Leggo quotidianamente repubblica.it e il corriere.it, e rimango alquanto tumefatto da ciò che è diventato ormai il mio paese. Voglio dire. Una sagra di fighe e battibecchi. Una grande osteria a cielo aperto dove chi la spara più grande vince il quartino di vino, non importa ciò che accade altrove, gli spaventevoli intrighi dello stivale la fanno sempre da padrone.

Per fare un esempio. Un paio di giorni fa si è verificato un notevole atto terroristico a Minsk, una di quelle robe che se accadessero a Berlino o a Milano Marittima sequestrerebbero la morbosa attenzione dei media per due settimane almeno. Ciònonostante, è avvenuto a Minsk, e non ci sono motivi di rilievo per aggiornare gli italioti sull’avvenimento. Molto meglio approfondire il dramma del vestito da sposa a Rapallo, ovvio. Inutile sottolineare che Minsk è a 60 km dall’Unione Europea, che da quelle parti la gente spalma il lucido da scarpe per ubriacarsi low-cost, che il dittatore Lukashenko alla fine dei conti non si è mai permesso di attaccare la magistratura del suo Paese (stavolta con la P maiuscola) perchè svolgeva il suo sacrosanto lavoro giustizialista.

A tutto ciò pensavo nei giorni della liberazione di Ingrid. Alla sposa di Rapallo, alle mogli di Tronchetti Provera, alle allegorie del criminalnano e a tutti i pregiudizi che le massaie di Voghera riescono ancora (incredibili, stupende) a lanciare contro le popolazioni cosiddette extracomunitarie. Sugli schermi della televisione scorrevano le prime pagine dei più infimi quotidiani mondiali, ma della stampa italiana nessuna traccia, come è giusto che sia. Bella gente, anche il concetto di “terzo mondo” sta cambiando. Lo dicono i giornali, inconsapevoli, ogni mattina.

Facebookrazia


05 Mar

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Di fatto, in Colombia il mezzo di comunicazione più importante non è la televisione e nemmeno internet considerato nella sua globalità, ma Facebook. Il social network americano, che voci attribuiscono direttamente finanziato nientepocodimenoche dalla CIA, viene infatti usato fino all’esasperazione, e rispondere “no” alla solita domanda “tu tienes facebook?” è un opzione non contemplata. Risalendo agli amici degli amici ti troveranno comunque.

Dopo il successo della Marcia contro le FARC del 4 febbraio, però, gli utilizzi del Librofaccia nell’ambito del confronto politico si sono moltiplicati su scala impressionante, e accedere ad un gruppo o una discussione su quest’Uribe o quella FARC significa ritrovarsi immediatamente in un mare di socialità vagamente inquietanti.

Prendiamo ad esempio la campagna “Colombia es pasiòn“. La velatura patetica della faccenda è chiara già nel reale, ma le discussioni e i commenti che uniscono i 75000 utenti di questo facebook’s group superano di gran lunga il confine del ridicolo…”non avete avuto i brividi nel vedere Montoya col suo bolide di macchina superare qualcuno?”

Agli appassionati del genere, si consiglia un viaggio a perdizione nei meandri di queste raggruppaglie, seguendo un filo logico perfettamente tagliato in due dove si incontrano “200.000 motivi per sostenere Uribe” e si scontrano “100.000 motivi per odiare Uribe”, “Colombia es razon” e “Colombia tenrìa que ser mas razòn que pasiòn” fino ai gruppi freschi di giornata in cui ci si unisce contro la guerra al Venezuela.

Curiosità: non mancano all’appello i sostenitori di Mockus per le elezioni del 2010. Ci sono tutti, proprio tutti, nella democrazia del Facebook.

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Mondi capovolti


27 Feb

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Professoressa: “…perchè sapete, pare che nel giro di 3-4 anni buona parte del territorio colombiano (almeno le città) saranno come il nostro campus, coperte dalla rete wireless…come in Europa accade già ora…per esempio, com’è in Italia, Baltic Man?”

Baltic Man: “…va bè prof…lasciamo perdere dai…”

Alt+64


19 Feb

Paese che vai e tastiere che trovi. Ogni internet cafe’ o computer in generale richiede una conseguente dose d’ingegno per trovare simboli essenziali come _ o .

¿¿¿Ma chi e’ il pazzo che in Colombia ha stabilito che @ si ottiene con ALT+64???

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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