Archive for the ‘Blog’ Category

Deserti affollati


04 Dic

Sulla finestra, angelica scrive “Ho nostalgia di qualcosa che non ho mai vissuto”. A Simone Marino, Francesca Ferrero e altri due piace questo elemento.

Babele


07 Set

La vera Babele non è dove si parlano lingue diverse, ma dove tutti credono di parlare la stessa lingua, e danno alle parole un significato diverso.

Ugo Bernasconi

Continuidad de los parques


26 Lug

Adri è una di quelle persone che, qualsiasi cosa propongano, è impossibile dire di no.
E il problema sta proprio qui, nel costante bombardamento di idee che la contraddistingue, progetti incrociati tra musica e letteratura, tra documentari e festival di ogni tipo, tra inviti per un gelato alla panna fatto apposta per passare un pomeriggio insieme ed infinite conservazioni intorno al tutto ed basate sul nulla.

L’ultima, poi, è geniale. Un blog sottoforma di “conversazione infinita”, due o tre persone sedute intorno ad una panchina, alle quali se ne aggiungono altre, ed altre, ed altre ancora. Gente di ogni lingua, genere ed età, che abbia qualcosa da dire, o semplice voglia di stare ad ascoltare. Continuidad de los parques, si chiama il blog, dal titolo di un racconto di Julio Cortàzar. E funziona così: ogni post è una continuazione indipendente di quello precedente; aggiunge un’opinione al già detto ma sposta la converesazione su un altro argomento, che può essere completamente trasversale o riprendere considerazioni di chi ha parlato dieci minuti prima. Semplice no?

Tutti invitati, quindi. A sedersi sulla panchina e non andar più via, o anche solo a fermarsi un momento per dire, ognuno, la sua, e poi continuare a navigare in solitaria. L’idea nasce in spagnolo, ma è  necessario che si sposti presto all’italiano, all’inglese ed al tagiko. I parchi sono ormai abbandonati ai vagabondi, ai disperati, a chi ha ancora qualcosa da dire.

Fuori dal (primo) mondo


31 Mag

Traduzione veloce dell‘articolo apparso sul BlueMonk:

Riflettendo sul significato del concetto di “casa”, ci si puo’ ritrovare di fronte a situazioni piuttosto controverse, soprattutto quando i contrasti tra due situazioni sono evidenti almeno quanto i pregiudizi, e le situazioni effettive, paradossali.

Il discorso e’ che mi sono trasferito. Non vivo piu’ in una casetta sulla spiaggia dell’Oceano Atlantico, frazione di Salgar, municipio di Puerto Colombia; sono tornato nel punto di incontro tra Alpi ed Appennini, in un punto qualsiasi delle montagne della vecchia Italia, dove sono nato. Nonostante le differenze possano sembrare infinite, mi stavo dedicando all’esercizio di focalizzare le similitudini, in una specie di studio di un’immaginaria “sociologia dei paesini”, quando un altro tipo di riflessione, questa volta, relativa alla geopolitica ed alle comunicazioni, ha deviato il corso dei miei futili pensieri.

E mi rendo conto, adesso, di come ero fin troppo ben abituato nella mia casetta senza vetri alle finestre, la’ fuori da ogni mappa. D’accordo che dovevo passare la scopa ogni volta che tornavo a casa, di sera, per tirar via mezzo kilo di sabbia dal pavimento. Si spegneva la luce della cucina ogni volta che il frigo si accendeva in automatico – che si puo’ fare. Avevo perfino dovuto condividere diverse volte il mio cibo con ogni tipo di esseri viventi di ogni dimensione, che  saltavano fuori – da chissa’ dove – ad ogni disattenzione. Cosi’ e’ il Tropico.

Eppure, non e’ poca cosa, per un viaggiatore postmoderno ed ipocrita, costantemente incollato a quello che rimane indietro attraverso il web. E la’, nella casetta di Salgar, avevo internet. Qualcosa che nel municipio di Viola, al nord di Italia, piena Unione Europea, pare impossibile.

Ragioni economiche? Politiche? Disattenzione? Chi lo sa. Tutto e niente, a quanto pare. Gli indigeni locali dicono che il cavo dell’ADSL e’ arrivato solamente fino a valle, dimenticandosi di chi vive qualche kilometro piu’ in su. Pero’ in realta’ si sa che il caro signor B. – che, come si sa, ha fondato il suo impero sulla trash-tv commerciale – fa tutto il possibile per frenare l’evoluzione di internet e continuare cosi’ nell’era primordiale della “scatola magica” – un mezzo di comunicazione obsoleto ormai da decenni, nonostante lo dipingano oggi di “digitale” (il fornitore unico dei decoder? Paolo B. Fratello di Sua Maesta’).

Il risultato e’ che la conclusione di qualsiasi analisi di osservazione continua ad essere lo stesso: “primo” e “terzo” mondo sono concetti arbitrari e piuttosto antipatici, una volta di piu’. Se l’accesso ad internet e’ ormai una discriminante fondamentale nel livello di sviluppo di un Paese, si consideri che in Italia il 12 percento della popolazione continua a vivere coattivamente disconnessa dal mondo.

E nella mia casetta di Salgar, tra sabbia ed elettricita’ precaria, insetti e finestre senza vetri, ho trovato, finalmente, il progresso. Wireless.

Leyendo a un viejo perro


14 Mag

“Tetas”, no esta mal para empezar un texto. Tiene fuerza, engancha y… y son tetas.

Entre pielrojas y brasas de tic-tac, sàbanas huérfanas de olor feminino y manchas de vida pegadas a la pared, bajo una brisa mentirosa y artificial, violenta en sus vueltas-segùn-el-sentido-de-las-agujas, imaginaciòn que se vuelve morbosidad y despuès crimen y despuès un cursor intermitente sobre pantalla blanca, orgullos y sonrisas en piensar en aquellos tiempos que, recuerdo de pecados y pecadores santos y paraisos, todo esto y nada de esto en una sensaciòn que fluye como un vortigo, como un recuerdo, como aquel dice que es el dolor todo lo que queda en la memoria.

Quedan las palabras, existen solo las palabras, hasta la musica a veces puede desaparecer, o màs bien cambiar de forma, dejar de ser matematica para volverse alfabeto. Y entonces fluyen, las noches y los delirios, las euforias de leer en alguna parte lo que ni siquiera ya tiene sentido pensar, segùn los pensamientos de estos tipos que van al cine los domingos a las 5. Fluyen los textos y las imagenes, se vuelven vino y emborrachan y son una delicia, hacen la noche tan reales como aquella vez en valparaìso.

El poeta es aquel que no duerme.

Radio Esperanza


13 Apr

Capita anche di incontrare qualcuno interessato di America Latina, ed allora segnalo questo link, un’agenzia di informazione alternativa o di controinformazione  o semplicemente di informazione, quella che di solito gli altri giornali non pubblicano.

E’ in spagnolo, ed è già qualcosa. Potrebbe essere in Kitchwa.

p.s. Questo post ha la sua anima occulta.

Il vero ambasciatore di Buenos Aires


11 Mar

Buenos Aires la conobbi qualche tempo fa, quando scoprii nella cosiddetta rete il blog di Tanoka. Post dopo post (che potrebbe anche dirsi post post post, ah ah), ho cercato di annusare lo spirito dell’Argentina vista da un tano, fino a quando il richiamo è diventato irresistibile.

E’ quindi un onore per me sedermi al banchetto del suo blog. Nell’attesa di una birra.

Niente da dire più


04 Feb

Questo blog mi cancella i commenti. Questo blog vi cancella i commenti. Lo giuro. Sono segni inequivocabili del declino in cui il mondo sta precipitando.

25 dollari


23 Lug

Sul valore di 25 dollari nell’età dell’Euro. 15,90, o giù di lì. Puoi comprarci una scheda telefonica in Spagna, o un frullatore su eBay. Spenderli allo stadio in una domenica grigia o investirli in una scommessa assurda con qualche amico disgraziato. 25 dollari sono una dozzina di ottime birre in Lituania, 250 spiedini di carne di cane a Pechino, un caffè a Venezia e 3 giorni di salario minimo in Colombia. 25 dollari sono un lusso per qualcuno e una mancia al cameriere per altri. Erano il presupposto di spesa al supermercato “quando una volta sì, che stavamo bene”, e oggigiorno non li converti nemmeno più nel cd della tua band preferita. 25 dollari, o 16 euro, sono 25 fogli da un dollaro e 16 monetine di euro. 25 dollari non bastano a comprare una macchina fotografica ma bastano per una scheda di memoria da un giga.

25 dollari vale l’account “Pro” di Flickr, una cifra che l’oculato Baltic Man non avrebbe mai speso. Le mie discendenze si radicano nella Bassa Langa Piemontese, gli stessi posti di fame e malora di Beppe Fenoglio e Cesare Pavese tanto per intenderci, e la sola idea di investire denaro in una cosa che non si può toccare materialmente è un qualcosa di inconcepibile. Ohibò. Succede però che appaiono amici strepitosi vestiti da Babbo Natale, e magicamente l’account diventa pro e si riempirà presto di simpatiche foto. Chapeau.

Hombre Baltico?


08 Giu

Di tanto in quanto ricevo un prototipo di mail che dice più o meno così: “Ciao, so che tu sei stato in Erasmus a Kaunas, ¿posso chiederti un po’ d’informazioni?” (Grazie Erika per lo spunto, a Barranquilla c’è l’esodo degli stranieri ma non era elegante scriver cose tristi).

In più, adesso sono dotato di un magico sistema hacker per vedere come giunge la gente su questo sito, e scopro che la maggior parte degli utenti-google dirottati qua hanno digitato parole come “lituania”, “ragazze di vilnius”, “in lituania si tromba?”, “erasmus crazy”. Nonostante ci sia, va detto, qualche iperbolico fenomeno che arrivi qua cercando “papa” (?¿?), “viaggio mentale con droghe” (curioso), “tempi moderni” (e ciò mi rende orgoglioso), “l’alcolismo in Venezuela” (la prima parola mi risulta, la seconda no), e soprattutto “mia bossi”. Ad essi dico: non preoccupatevi. I pazzi non siete voi, è google che sclera.

Tornando al discorso originale. Tempo addietro un post riassumeva un po’ di cose utili per chi sceglie un’università baltica. Probabilmente sono ancora attuali, e nell’antro materno di una discoteca quest’autunno avevo anche incontrato chi le aveva lette e si era fidato. Tutto torna, dicono i saggi.

In una crisi d’identitá, il blog mi ha confessato di essere irrimediabilmente perso. Si chiama Baltic Man e qualche blogroll lo contiene sotto la voce “blog di sudamerica”. Io l’ho guardato fisso e gli ho sputato in faccia la verità: “tu sei un bastardo“.

p.s.: la foto di casini apparentemente non c’entra niente. Ho digitato su google “crisi d’identità” e quello è ciò che uscito. Occhio per occhio, dente per dente.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata